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Dei beni primari e dei sottili analisti

Cosa sono i beni primari?
Il blog si chiama Mammaeconomia, parliamo di economia, sempre semplificando.
I beni primari sono quei beni che soddisfano i bisogni fondamentali dell’uomo.
Una volta questi bisogni erano mangiare, vestirsi e avere un tetto sotto cui dormire, più o meno.
Insomma se sei povero con quei quattro soldi devi mangiare, a casa ovviamente, vestirti, con cineserie acquistate al mercato ovviamente, e pagare mutuo/affitto, in periferia ovviamente.
E se per caso quei quattro soldi li spendi diversamente? Ad esempio:
1. compri tecnologia, sacrificando la spesa alimentare;
2. compri abiti firmati, sacrificando la spesa alimentare;
3. mangi al ristorante, sacrificando spesa alimentare e spesa dedicata al vestiario.
Innanzitutto preparati a sorbirti la netta condanna di giornalisti ex sessantottini che adesso vivono nell’attico in centro (un esempio l’Amaca di Michele Serra di qualche settimana fa, con un uso alquanto spregiudicato della statistica), dell’intera generazione che ti ha preceduto, di una serie di personaggi che semplicemente non hanno un’idea della realtà in cui vivono.

Dai tempi di Metello le cose sono cambiate, esattamente come i bisogni primari. Vestire bene, anzi benissimo, avere una vita sociale e usare la tecnologia più aggiornata possibile vuol dire spendere in beni secondari, dunque non strettamente necessari?
Davvero vi sentite di rispondere di sì senza se e senza ma?

E dopo aver letto queste mie riflessioni davvero vi sentite di affermare che la crisi non c’è perché i ristoranti sono pieni o le autostrade affollate in agosto?

Published inEconomia & fisco

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