Certi giorni mi chiedo: ma sono sempre io?
Sono sempre io quella che alle 5 del marttino si trucca per andare in redazione a fare la rassegna stampa e alle 5 del pomeriggio, dello stesso giorno, gira in jeans e felpa, con bimbo nel passeggino e pannolini, latte ed omogeneizzati salendo e scendendo dal bus?
Sono sempre io quella che va in trasferta a fare un servizio su un’azienda e nello stesso giorno, in pigiama, dà da mangiare al cucciolo e ride perchè lui si addormenta tra un cucchiaino e l’altro?
Sono io quella che oggi ripulirà casa e tra una cosa e l’altra giocherà con Ernesto, cercherà di coltivare qualche sogno lavorativo, e farà un po’ di coccole al maritone straordinario?
Sì, sono sempre io, tanto uguale e diversa.
Ma non mi prendo tutti i meriti, non posso. Per essere tutte queste cose non c’è bisogno solo di me. C’è bisogno di papàsportivo che mi aiuta tantissimo e mi fa stare serena quando sono lontana dal bimbopatato. E c’è il bimbopatato che ha i poteri magici. Riesce a farmi fare una cosa che non mi era mai riuscita: riesco a separare tutto, anche se faccio tutto insieme. Mamma, moglie, lavoro, faccende…
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