Come investono le donne? A cosa stanno attente, e perché? Parliamo di propensione al rischio, ma non solo. Vediamo quali sono i fattori che influiscono sulle scelte di investimento delle donne.
Cos’è la propensione al rischio quando parliamo di investimenti?
Detto in parole semplicissime, la propensione al rischio quando parliamo di investimenti è il livello di tolleranza che ogni persona ha rispetto alle oscillazioni del mercato. Parlo dunque dell’attitudine, ma anche della possibilità in termini di risorse, ad affrontare investimenti che comportano un rischio più o meno elevato di perdere in tutto o in parte il proprio investimento, a fronte dell’opportunità di ottenere rendimenti elevati.
Bisogna considerare che l’avversione alle perdite, cioè alla possibilità di perdere i propri risparmi, è mediamente più elevata della propensione ad ottenere maggiori guadagni.
La propensione al rischio di ciascuna persona, è il risultato della stratificazione di fattori razionali e irrazionali, che tutti insieme vanno a formare l’atteggiamento di chi investe (oppure decide addirittura di non farlo):
- percezioni, non sempre corrette e magari influenzate da notizie, pareri altrui ecc.;
- esperienze pregresse, positive o negative che siano;
- informazioni puntuali sull’investimento, che dovrebbero essere la fonte primaria a cui attingere per prendere delle decisioni.
Dunque la propensione al rischio è personale e può modificarsi nel tempo attraverso un’acquisizione maggiore di esperienza, competenza e informazioni.
Per approfondire rinvio alla pagina che la Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, dedicata proprio a Percezione e propensione al rischio
Donne e propensione al rischio
E il genere della persona che investe incide sulla sua propensione al rischio? I dati ci dicono di sì.
La percezione e assunzione del rischio in ambito finanziario sembrano essere fortemente influenzati dalle differenze di genere, e questo salta subito all’occhio se si considera che ancora ad oggi, nel 2022, i mercati finanziari sono maggiormente popolati da maschi.
Da quando sono stati avviati gli studi di genere sul settore finanziario, sono emerse alcune evidenze sebbene non univoche. In particolare le donne:
- si ritengono investitrici prudenti e questo percepito influisce anche su chi fa consulenza e consiglia loro prodotti meno rischiosi e di conseguenza meno redditizi;
- tendono a non modificare la propria propensione al rischio anche all’aumentare delle conoscenze acquisite.
Dunque donne più prudenti degli uomini, con una maggiore avversione alle perdite e una tendenza a sottovalutare le proprie competenze anche quando sono conclamate.
Una questione che posso senza dubbio definire culturale e attribuire agli stereotipi di genere che non solo ci circondano, ma evidentemente ci condizionano a tal punto da subire dei danni, anche finanziari.
Perché sia ben chiaro la prudenza secondo me è una dote davvero importante, ma la paura irrazionale di perdere, di sbagliare, quella no, non lo è affatto.
Donne e investimenti: la ricerca di Banca Widiba e Università Cattolica
Sulla questione interviene anche la recente ricerca promossa da Banca Widiba e realizzata con l’Università Cattolica, dal titolo “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione”.
La prima parte della ricerca si è basata sulla letteratura esistente, ed è emerso che:
“Per quanto riguarda i comportamenti, gli studi evidenziano che le donne, non sentendosi preparate ad investire adeguatamente il loro patrimonio, restano distanti dai mercati finanziari e non cercano informazioni utili per aumentare la propria competenza in questo ambito. Inoltre, i comportamenti delle donne nella gestione del denaro, diretti dalle preoccupazioni verso il futuro, sono orientati alla ricerca di sicurezza, alla maggiore previsione delle spese, al ricorso di strategie di auto-regolazione e a preferire investimenti sicuri e meno rischiosi.
In sintesi, quindi, la letteratura sul tema evidenzia un rapporto controverso delle donne con il denaro, evidenziando una visione ambivalente, concependolo sia come potenziale risorsa, ma anche come fonte di rischi.”
Inoltre la parte di ricerca condotta attraverso interviste e focus group, ha evidenziato che:
“nonostante le donne si considerino capaci di investire, percepiscono le loro conoscenze in ambito finanziario insufficienti, hanno meno esperienza di investimento in ambito finanziario e indicano generalmente una minore propensione al rischio. Il divario rimane consistente anche tenendo sotto controllo lo status socio-economico, il titolo di studi e anche l’ambito di studi (economico vs non economico).”
Come colmare questo divario producendo un vantaggio per tutte e tutti, donne, mercati finanziari e chi fa consulenza?
La ricerca individua alcune azioni e strumenti utili:
- fornire alle donne, esporle, a informazioni contro-stereotipiche che le inducano a valutare le loro conoscenze in ambito finanziario come migliori, aumentando la fiducia e il rapporto con il mondo finanziario;
- formare e informare chi fa consulenza finanziaria, in particolare gli uomini, sulle trappole indotte dall’applicazione di stereotipi di genere radicati, che influiscono in maniera importante sugli investimenti proposti alle clienti;
- modificare le credenze stereotipiche delle donne, allenandole a pensare che attraverso i soldi possono anche valorizzare loro stesse, proprio come fanno gli uomini, per generare atteggiamenti più favorevoli nei confronti del mondo degli investimenti e maggiori intenzioni comportamentali in quella direzione.
Questo post è frutto della collaborazione con Banca Widiba e si inserisce in un più ampio progetto divulgativo sull’educazione finanziaria, dedicato soprattutto alle donne over 40, ma anche a bambini e ragazzi.
Banca Widiba vede nell’educazione finanziaria e nel ruolo dei consulenti finanziari, due importantissime leve per avere dei clienti sempre più consapevoli e informati sulla gestione proficua del proprio denaro.
Il progetto riguarda una serie di post come quello che hai appena letto e contenuti informativi sul mio account Instagram @michelacalculli, dove in collaborazione con Banca Widiba produco schede informative, Storie e interviste live di approfondimento.
Se te li sei persi, ecco i primi due post di questo progetto:
- Educazione finanziaria a 40 anni: perché è un momento fondamentale per una donna
- Parlare di soldi: un tabu da superare
- Conti e carte smart: imparare con i figli
- Obiettivi finanziari delle donne over 40
- Assegno unico e fondi pensione: investire nel futuro dei figli
- Donne del futuro: l’educazione finanziaria delle ragazze
Qui tutti i post del progetto sulla cultura finanziaria che ho curato con Widiba nel 2020:
- Non è mai troppo tardi per la felicità economica…
- L’educazione finanziaria partendo dalla paghetta
- Pensare come un’azienda per costruire e monitorare il bilancio familiare
- Protezione: bisognerebbe parlarne di più!
- Come funziona il sistema previdenziale italiano?
- Investimenti: rischio e tempo vanno a braccetto
Sii il primo a commentare