Come avvicinare ragazze e giovani donne alla finanza? Come fare educazione finanziaria in modo da colmare il gap di genere esistente, soprattutto sul fronte degli investimenti? Ho pensato ad alcune risposte servendomi dei risultati della ricerca promossa da Banca Widiba con Università Cattolica, dal titolo “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione”.
Vivere immerse negli stereotipi
Viviamo immerse negli stereotipi di genere, ci viviamo e spesso nemmeno ce ne rendiamo conto talmente sono interiorizzati.
E gli stereotipi di genere quando si parla di soldi possono provocare danni anche gravissimi, basti pensare alla violenza di genere che spesso si accompagna con la violenza economica e dunque con l’impossibilità pratica di emanciparsi da relazioni che possono diventare pericolose per l’incolumità delle donne che le stanno vivendo.
La ricerca promossa da Banca Widiba e realizzata con l’Università Cattolica, dal titolo “Donne e denaro: una sfida per l’inclusione”, ha indagato anche gli stereotipi di genere. In particolare:
I/Le partecipanti, indipendentemente dal genere e dalla loro esperienza in ambito finanziario, abbracciano le credenze relative allo stereotipo che associa la figura femminile al denaro soprattutto nella sua funzione di strumento per il benessere degli altri e della famiglia.
L’altra credenza stereotipica condivisa da quasi tutti i/le partecipanti è che gli uomini più delle donne realizzano il proprio sé nella relazione con il denaro.
Per semplificare, noi donne siamo brave nel risparmio ma quando arriva il momento di investire e di far crescere il patrimonio, ci pensa l’uomo di casa.
Abbattere gli stereotipi grazie a linguaggio e rappresentazione
Se gli stereotipi sono così duri a morire, come possiamo abbatterli?
La mia risposta è: dobbiamo creare delle crepe, delle belle crepe inizialmente poco visibili ma che possano compromettere la tenuta del muro e tirarlo giù.
E allora nella mia esperienza di divulgatrice su tematiche finanziarie le crepe su cui puntare sono due:
- linguaggio;
- rappresentazione.
Partiamo dal linguaggio, quello della Finanza. Le parole sono importanti, le parole definiscono la realtà. E la realtà del settore Finance parla al maschile, sempre o quasi. Un linguaggio spesso aggressivo, guerresco e che tende ad escludere chi per indole non percepisce quel linguaggio come proprio.
Allora iniziare a parlare di Finanza in maniera più accogliente e inclusiva, facendo sentire le persone a proprio agio e non in ansia da prestazione, potrebbe essere il primo passo per invadere spazi poco occupati dalla componente femminile della popolazione.
E poi la rappresentazione.
Se in TV, sui giornali, online, ma anche in banca, a parlare di denaro ci sono sempre e soltanto uomini, come posso pensare a livello inconscio e profondo che quel tema riguardi anche me, che posso iniziare a parlarne anche io, che magari me ne intendo anche. Ma non ci sono, non sono rappresentata.
Tengo molto a linguaggio e rappresentazione, perché per me sono la vita, il lavoro di ogni giorno, quello con cui contribuisco a mantenere la mia famiglia.
Parlare di soldi in maniera accogliente e non giudicante, lasciando la parola ad altre donne più esperte di me, sta alla base del progetto di cui fa parte anche questo blogpost, per intenderci.
Formare gli alleati
Ma questo non è un “noi contro voi”. Per essere inclusivi occorre esserci tutte e tutti.
Dunque la risposta completa non sta soltanto in donne che parlino alle donne, ma come emerge dalla ricerca di Banca Widiba, per rispondere compiutamente all’esigenza di includere sempre più donne nelle questioni legate al denaro e agli investimenti, ci voglio anche gli uomini.
Anche loro vivono immersi in stereotipi talmente potenti e ingannevoli, e rischiano di perdere occasioni di lavoro se li applicano, come nel caso dei consulenti finanziari con le clienti.
E dunque lavorare sulla formazione dei consulenti è una delle cosiddette strategie win-win:
- vincono le clienti che avranno a che fare con una consulenza scevra da preconcetti e aperta ad ogni possibilità e opportunità;
- vincono i consulenti che possono ampliare sia la base clienti che il patrimonio gestito, attraverso una decostruzione di credenze che fanno male a tutte e tutti.
Insomma le idee per il futuro ci sono e sono buone, e possono essere utilissime per rifondare l’educazione finanziaria delle ragazze, ma anche quella di noialtre meno giovani ma desiderose di metterci in gioco.
Questo post è frutto della collaborazione con Banca Widiba e si inserisce in un più ampio progetto divulgativo sull’educazione finanziaria, dedicato soprattutto alle donne over 40, ma anche a bambini e ragazzi.
Banca Widiba vede nell’educazione finanziaria e nel ruolo dei consulenti finanziari, due importantissime leve per avere dei clienti sempre più consapevoli e informati sulla gestione proficua del proprio denaro.
Il progetto riguarda una serie di post come quello che hai appena letto e contenuti informativi sul mio account Instagram @michelacalculli, dove in collaborazione con Banca Widiba produco schede informative, Storie e interviste live di approfondimento.
Se te li sei persi, ecco i primi due post di questo progetto:
- Educazione finanziaria a 40 anni: perché è un momento fondamentale per una donna
- Parlare di soldi: un tabu da superare
- Conti e carte smart: imparare con i figli
- Obiettivi finanziari delle donne over 40
- Assegno unico e fondi pensione: investire nel futuro dei figli
Qui tutti i post del progetto sulla cultura finanziaria che ho curato con Widiba nel 2020:
- Non è mai troppo tardi per la felicità economica…
- L’educazione finanziaria partendo dalla paghetta
- Pensare come un’azienda per costruire e monitorare il bilancio familiare
- Protezione: bisognerebbe parlarne di più!
- Come funziona il sistema previdenziale italiano?
- Investimenti: rischio e tempo vanno a braccetto
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