Dal 1° marzo 2022 è operativo il nuovo assegno unico familiare, un sostegno alle famiglie con figli che ne accorpa diversi altri e viene corrisposto dall’INPS con un bonifico. Un assegno separato da busta paga e dichiarazione dei redditi, separazione che può diventare una grande opportunità di risparmio e di previdenza per i figli.
Cos’è l’assegno unico?
L’assegno unico universale è un nuovo beneficio riservato a tutte le famiglie con figli fino a 21 anni. La misura accorpa e riorganizza una serie di benefici e li estende appunto a tutte le famiglie, senza limiti di reddito. Nel dettaglio confluiscono nell’assegno unico:
- premio alla nascita o all’adozione, il cosiddetto Bonus mamma domani;
- assegno ai nuclei familiari;
- assegno di natalità, per intenderci il Bonus bebè;
- detrazioni figli a carico fino a 21 anni.
L’importo dell’assegno va da un massimo di 175 euro per figli minorenni in nuclei con ISEE inferiore a 15mila euro, ad un minimo di 50 euro per le famiglie con ISEE superiore a 40mila euro.
Queste cifre si dimezzano in caso di figli in età compresa tra i 18 e i 21 anni e sono previste maggiorazioni in caso di famiglie numerose, figli con disabilità, madri minori di 21 anni, genitori entrambi lavoratori. Contemplata anche una maggiorazione temporanea per i lavoratori dipendenti con ISEE inferiore a 25mila euro che nel passaggio dal vecchio al nuovo sistema potrebbero andare a perdere qualcosa in termini di beneficio economico.
Sul mio account Instagram @michelacalculli ci sono diversi approfondimenti testuali e video sull’assegno unico, che ho sviscerato in ogni sua parte.
Assegno unico e conti mentali: separare il denaro fa bene al risparmio
Dal punto di vista dell’Educazione Finanziaria, focus principale di questo progetto divulgativo, l’aspetto più interessante in assoluto dell’assegno unico è rappresentato dalle modalità di corresponsione del beneficio.
L’assegno viene infatti pagato tramite bonifico, una novità soprattutto per quei lavoratori dipendenti abituati a vedere assegni familiari e detrazioni per figli a carico direttamente inseriti nello stipendio indicato in busta paga.
Questa separazione “fisica” dell’assegno da tutto il resto è un’ottima occasione per sfruttare quelli che in Finanza comportamentale sono chiamati conti mentali: la tendenza a suddividere il denaro dando ad esso una differente importanza a seconda della sua provenienza e della destinazione, cioè dell’obiettivo di spesa che ci siamo dati per quella determinata somma.
E allora visto che si tratta di una somma di denaro ricorrente già separata per la provenienza, perché non dare ad essa in tutto o in parte (a seconda delle esigenze di liquidità familiari) una destinazione specifica e magari proprio per un progetto/obiettivo per i figli?
Io ho un suggerimento: la previdenza complementare.
Assegno unico e fondi pensione: perché pensarci prima possibile?
Perché suggerisco di valutare l’adesione ad un fondo pensione per un figlio, sfruttando l’opportunità dell’assegno unico?
Faccio una lista di buoni motivi:
- il sistema pensionistico pubblico nel passaggio dal calcolo retributivo a quello contributivo vede impoverirsi l’importo delle pensioni;
- la precarizzazione del mercato del lavoro combinata con il sistema pensionistico contributivo, dunque con l’assegno della pensione calcolato sulla base dei contributi versati, impoverisce ulteriormente la pensione stessa;
- il sistema a capitalizzazione applicato dalle forme di previdenza complementare, tra le quali i fondi pensione, funziona al suo meglio maggiore è l’orizzonte temporale a disposizione e bambini e ragazzi sono i soggetti con il maggior arco di tempo a proprio vantaggio, il che consente con accantonamenti contenuti di arrivare ad una pensione integrativa interessante:
- l’adesione ad un fondo pensione per i figli a carico consente ai genitori di sfruttare il beneficio fiscale della deduzione in dichiarazione dei redditi dei contributi versati, dunque di arrivare a pagare annualmente meno tasse.
Insomma, una volta richiesto e ottenuto l’assegno unico per i figli, fare qualche ragionamento e calcolo su come utilizzare questo denaro nel migliore dei modi possibili, può essere un buon punto di partenza.
Questo post è frutto della collaborazione con Banca Widiba e si inserisce in un più ampio progetto divulgativo sull’educazione finanziaria, dedicato soprattutto alle donne over 40, ma anche a bambini e ragazzi.
Banca Widiba vede nell’educazione finanziaria e nel ruolo dei consulenti finanziari, due importantissime leve per avere dei clienti sempre più consapevoli e informati sulla gestione proficua del proprio denaro.
Il progetto riguarda una serie di post come quello che hai appena letto e contenuti informativi sul mio account Instagram @michelacalculli, dove in collaborazione con Banca Widiba produco schede informative, Storie e interviste live di approfondimento.
Se te li sei persi, ecco i primi due post di questo progetto:
- Educazione finanziaria a 40 anni: perché è un momento fondamentale per una donna
- Parlare di soldi: un tabu da superare
- Conti e carte smart: imparare con i figli
- Obiettivi finanziari delle donne over 40
Qui tutti i post del progetto sulla cultura finanziaria che ho curato con Widiba nel 2020:
- Non è mai troppo tardi per la felicità economica…
- L’educazione finanziaria partendo dalla paghetta
- Pensare come un’azienda per costruire e monitorare il bilancio familiare
- Protezione: bisognerebbe parlarne di più!
- Come funziona il sistema previdenziale italiano?
- Investimenti: rischio e tempo vanno a braccetto
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