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Le Olimpiadi, il parto, i fratelli Abbagnale e Peppiniello di Capua

Capita, in certi momenti drammatici della vita, di fare pensieri esilaranti, roba da scompisciarsi. Ma poi il momento drammatico prende il sopravvento e il pensiero esilarante finisce in un cassetto nascosto.
Capita che poi, a distanza anche di anni, un altro evento richiami alla mente quel pensiero divertente e finalmente se ne può ridere perché il dramma è passato.
Ecco, le Olimpiadi di Londra 2012, le prime da quando sono mamma, hanno fatto emergere una serie di ricordi e pensieri.
La prima riflessione è seria e mi fa un po’ incazzare.
Purtroppo esiste un tacito patto fra madri contro le future mamme: non dicono tutto.
Mia madre mi ha anche spiegato il perché. Il parto non va raccontato nei minimi dettagli a chi non ha figli, potrebbero impressionarsi e decidere di non dar seguito alla specie.
Beh, non sono d’accordo!
Bisognerebbe essere sincere e dire tutto:
  • la prima volta che provi a lavare le parti intime dopo un parto vaginale, non ti riconosci;
  • se ti danno i punti dopo il parto il dolore lo senti eccome;
  • una volta nato il bimbo è inutile che ti rilassi, devi espellere la placenta e devono darti i suddetti punti (se sei fortunata magari i punti te li risparmi);
  • allattare non è la cosa più naturale del mondo (ma su questo ci tornerò con un altro post, perché a due anni dal parto ancora devo metabolizzarla ‘sta cazzata fotonica).
Una cosa che più o meno ti dicono e che per partorire ci vuole il fisico, quello che non ti dicono e che tu e il tuo compagno, in sala parto, diventerete Carmine e Giuseppe Abbagnale e che l’ostetrica urlerà ritmicamente come Peppiniello di Capua.
Ecco, io ero lì che spingevo, papasportivo diligentemente mi teneva in alto la testa per non farmi esplodere tutti i capillari della faccia (e inconsciamente sono sicura che spingeva anche lui), e l’ostetrica urlava “lunga, lunga, lunga!” oppure “vai, vai, vai, vai!”. E in quei momenti concitati io per un attimo ho pensato a quei tre eroi del canottaggio e alle cronache di Bisteccone Galeazzi e mi è venuto un sacco da ridere. Ma visto che urlavo anch’io tantissimo e dovevo seguire le istruzioni del mio Peppiniello, la risata l’ho rimandata fino ad oggi. Appena ho sentito che iniziavano le gare di canottaggio il nastro si è riavvolto: Bisteccone, Peppiniello, i fratelli Abbagnale, l’ostetrica urlante, io e papasportivo, il patto silenzioso delle madri.
Ecco, io ho partorito con molto dolore, ci sono anche state delle complicazioni e un omone mi è saltato sulla pancia, mentre con una ventosa tiravano fuori quel gioiellino di bimbopatato, ma non mi sono mica impressionata. Io la prossima gara di canottaggio la farei anche domani!
Published inL'angolo delle riflessioni

3 Comments

  1. Vedi, tu sì che sei una donna ottimista. Io dopo la mia gara di canottaggio, ma forse dipende anche dall’età, ho pensato: col cavolo che lo rifaccio. E infatti ho una sola figlia!

  2. Ahahahah, mi son rivista anch’io, in sala parto, col ginecologo sulla pancia che mi aiutava a far uscire FiglioN1.
    Per dovere di cronaca FiglioN2 è nato in 20 minuti….
    Ciaoooooooooo

  3. Eh, eh, in effetti il parto è una cosa che mi incute un certo (!) timore… ma leggere post come questo è confortante 🙂
    Chissà che prima o poi…

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