Fra tre settimane sarò già in ospedale, ricoverata. Lontana per circa una settimana da marito e figlio sarà dura, anche se verranno a trovarmi tutti i giorni.
Comunque ormai sono belli allenati alla mia assenza, anche se fisicamente ci sono.
A Ernesto manca la mamma che lo porta sempre a zonzo se c’è un minimo spiraglio di sole, non lo dice ma si capisce. E io conto i giorni per portarne due a zonzo o anche uno alla volta a seconda dei casi e degli orari di ognuno.
Ma intanto trascorro le giornate tra letto e divano, riesco a lavorare circa 3 ore al giorno (per fortuna ho i clienti più carini e coccolosi del mondo!), esco soltanto per le visite di controllo.
Cavoli, sei ferma da quasi due mesi, chissà quanto sei ingrassata!
Niente. Non sono ingrassata. Peso un chilo in più di quanto pesassi il giorno che il display del test mi ha mostrato la scritta “incinta”.
Un chilo. E infatti chi mi conosce non fa che dirmi che, panzone enorme a parte, sono tanto dimagrita. E non è solo “merito” del diabete. E’ che incinta io non ho fame, o meglio la mia fame non aumenta.
Si vede che le scorte che mi porto addosso, cicciona come sono, sono sufficienti a sostenere me e il pupo senza gli attacchi pazzeschi che vengono alle normodotate.
Per carità, in questi ultimi giorni, con un bambino ormai del tutto formato nella pancia, comincio ad avvertire un maggior senso di appetito e le famigerate voglie, ma niente che non mi faccia dormire la notte o che mi induca a fare cazzate proprio in zona cesarini.
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