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35 e un anno da raccontare e archiviare

Ci siamo, sono 35.
Io non li sento per niente, ma sono 35.
Cioè, sono stanca morta e avrei bisogno di un mese di ferie per riprendermi, ma l’età non c’entra niente.
Quest’anno sono cresciuta a pedate nel sedere si direbbe.
Poco dopo il trentaquattresimo compleanno ho scoperto di aspettare il secondo, desideratissimo, figlio; poi mi è venuto il diabete gestazionale; poi la placenta previa; poi il distacco della placenta e io e Liborio siamo quasi morti di parto; poi Liborio, che avevamo appena iniziato a conoscere, si è ammalato ed è stato 23 giorni lontano dalla sua casa e dalla sua famiglia; poi sie è ammalato mio marito, non una cosa grave ma che dura da mesi ed è anche un po’ invalidante.
E poi ho 35 anni.
Un anno dolorosissimo illuminato dalla gioia di diventare mamma per la seconda volta e di vedere nascere in casa un nuovo amore: l’amore fraterno.
Adesso però vorrei anche prendere un attimo in mano la situazione e decidere, attraverso un progetto, com’è che dovrebbero andare le cose fino ai 36.
Ce l’ho, il progetto.
È maturato in mezzo al dolore degli avvenimenti post parto, alla crisi d’identità di una donna che ha appena avuto un bambino ma non si è potuta permettere un momento di riposo, alla comprensibilissima crisi lavorativa ed economica dovuta agli avvenimenti.
Ed ecco il progetto: il 19 novembre voglio dare l’esame di Stato per diventare finalmente una commercialista.
E adesso ho 5 mesi e una montagna di libri da studiare, per il compleanno mi sono regalata questo e comincerò dai qui, dai fondamentali:

 

Published inL'angolo delle riflessioni

3 Comments

  1. Tanti auguri Michela e… forza! Io sono a fianco a te, ti porterò una tisanina mentre studierai come una dannata! Un abbraccio.

  2. mi piace questo progetto! forza! sei una forza, sicuramente è un passo che riesci a compiere. 🙂

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