Un paio di giorni fa, mi è capitato di guardare insieme a bimbopatato una puntata della Melevisione dal titolo “La stellina della fantavisione”. L’episodio racconta di quando la genietta Shirin decise di smettere di studiare per diventare una stellina della fantavisione, visto che per fare quello bastava saper cantare e ballare un pochino e nient’altro.
E nel bel mezzo della puntata una canzoncina meravigliosa contro gli stereotipi di genere, cantata dalla principessa del racconto:
Non siamo oche col cervello da galline,
non siam farfalle e non siam delle gattine,
siamo le femmine il sale della terra,
facciam la pace e non giochiamo alla guerra.
Non invidiamo i maschi sono nostri amici,
son la metà del mondo e ne siam felici,
ma non ci mettano i piedi sulla testa,
sennò vedran vedran che festa!
E a chi ci dice come dobbiamo essere,
a chi ci dice cosa dobbiamo fare,
Noi rispondiamo che siamo quel che siamo,
e che saremo quello che ci pare.
Non siamo le smorfiose tutte sorrisini,
che pensano soltanto ai trucchi e ai vestitini,
siamo la vita che sempre si rinnova,
facciamo i piccoli e coviamo noi le uova.
Femmine e maschi insieme sono pari,
siamo alleati non siam degli avversari,
ma non ci mettano in bocca le risposte,
perché sennò diventiam toste.
Ecco, secondo me il femminicidio dal lato delle vittime si combatte anche così, con una piccola canzoncina che dice tante cose.
Aggiungo che un prodotto televisivo come questo è la vera ragione per cui dovrebbe rimanere in vita la TV pubblica, altrimenti per quel che mi riguarda potrebbe chiudere anche domani.
L’intera puntata è nel video sotto, mentre la canzone si trova al minuto 10.37
com’è vero. grazie per la segnalazione.
Hai proprio ragione.
Quando Ida guarda troppo quelle orride telenovelas da bambini che nella sua scuola vanno tanto e discutiamo perché io e Al gliele vietiamo, le faccio rivedere questa puntata.
Speriamo serva 😀
finalmente un messaggio positivo e costruttivo. Grazie per la segnalazione!
Tra i tanti messaggi negativi della tv ci metto anche quelli degli spot pubblicitari rivolti ai più piccoli (quando li vedo non smetto di stupirmi per quanto siano stereotipati)