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Gossip Girl e le mie paure di madre

Visto che avevo in animo questo post da qualche settimana e il tema centrale è il cyberbullismo, ho deciso di farlo partecipare al Blogstorming Speciale Navigare Sicuri di Genitori Crescono.

Sì, lo so, ho 33 anni (quasi 1500) e sono un po’ vecchiotta per guardare una serie televisiva come Gossip Girl, in fin dei conti i protagonisti oscillano tra i 15 e i 22 anni, tra liceo e università (anche se di università se ne vede pochina e ad un certo punto scompare proprio).
Ma c’ho l’attenuante: sono cresciuta a pane e telenovelas grazie a mia nonna, ne andava matta (Marianna, Mariannina, Mariannetta, Capitol, Santa Barbara, tutte me le sono guardate!).
E allora perché non indugiare nel polpettone sentimentale di un gruppo di fighetti newyorkesi, vestiti e pettinati da favola?
Insomma mi sono immersa nella visione, ho fatto il pieno dalla prima alla quinta serie in poche settimane, mi sono divertita e rilassata ma poi un lampo!
“Ho 33 anni, queste robe sono finte e se sono vere poveri loro! Ma il vero target della serie? Gli adolescenti?  Gossip Girl è un invito costante al cyberbullismo, la celebrazione delle umiliazioni inferte (soprattutto via web) a chi è più povero, più brutto, più sfortunato, cosa provoca nelle giovani menti che lo seguono con passione?”.
Mio figlio ha solo due anni e mezzo, il cyberbullismo mi sembra una cosa lontanissima, chissà come si chiamerà fra qualche anno, ma la cassetta degli attrezzi devo prepararla adesso se voglio in qualche modo fare prevenzione.
Un messaggio secondo me fondamentale da far passare ai nostri figli è che quello che diventa digitale, diventa indelebile. Parlo di quello che accade ancora prima che vada online.
Faccio un esempio su me stessa. Compro della lingerie molto bella e la indosso, il mio compagno vuole farmi una foto, che faccio? Se non mi importa nulla di mostrami acconsento, altrimenti la promessa di conservare quell’immagine nel privato non ha poi molto valore. Basta che lui perda il telefonino o lo mandi in riparazione per dare la possibilità a quell’immagine di circolare liberamente.
E allora, amore di mamma, se ti chiedono di fare una foto, anche se ami alla follia quella persona in quel momento, pensa a te stesso fra vent’anni, pensa alle occasioni in cui potrebbe venir fuori quell’immagine di te in una situazione spiacevole.
Ecco questa è solo una piccola cosa che possiamo fare, perché dai bulli non ci si può difendere del tutto, perché foto e video non sempre vengono fatti col consenso del soggetto, perché ci sono dei ragazzini che faticano a distinguere la fiction e la realtà.

Fiction e realtà, altro problema.

Mi è piaciuto molto Gossip Girl, mi hanno stupita piacevolmente i giovani interpreti e i caratteri a cui hanno dato vita, anche se io a 17 anni c’avevo gli ormoni dormienti e questi sono tutti alla 3/4 relazione sessual-amorosa. Anche io da ragazzina mi “ubriacavo” di telefilm, Beverly Hills è iniziato in Italia che avevo 12/13 anni, ma difficilmente avrei confuso la fiction con la realtà, al massimo di notte mi sognavo Brandon, che Dylan non mi è mai piaciuto.

Non so, credo che con mio figlio un po’ di lavoro riuscirò a farlo, ma c’è una variabile indipendente da tutti i miei sforzi e che mi fa tanta paura: i figli degli altri.

Questo post partecipa al blogstorming

Published inL'angolo delle riflessioniTecnologia

2 Comments

  1. La mia mammma diceva sempre (quando ero giovane giovane):” Io mi fido di te: è degli altri che non mi fido!” 😀

  2. Ah gli altri! Per mia mamma era la scusa per non darmi l’auto di sera (non diteglielo ma adesso ammetto che faceva bene… io sarò anche peggio credo!!!!). Cmq a parte che io ero un fan di Dylan, rimanendo seri ti dirò che è vero che non puoi controllare gli altri, e i figli come noi ne passeranno di cotte e di crude ma io penso che l’importante sia abituarli al naturale dialogo con noi. Qualcuno gli farà qualcosa di male? Ok, purtroppo ci può stare, l’importante è che poi non si crei problemi a parlarne con noi. Questo solo voglio per le mie figlie, essere un rifugio sicuro!

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