AVVERTENZA: questo post è melenso assai, astenersi cinici e perditempo.
C’erano una volta due amiche che si conobbero online. Queste due amiche avevano una terza amica, incontrata online anche lei.
La terza amica aveva un figlio con i bronchi ko, frutto di una brutta malattia contratta da neonato. A causa di quella malattia e della crisi economica, la terza amica era decisamente in bolletta e difficilmente sarebbe riuscita a portare il piccolo al mare, a prendersi una bella dose di iodio utile a far respirare quel corpicino provato.
Le due amiche decisero allora che dovevano intervenire e regalare una vacanzina al mare alla loro amica e al suo bambino.
Poi questa decisione iniziò a girare in quella cosa che si chiama Dark Social e che per i comuni mortali significa chat privata su Facebook.
La chat prese piede fra una serie di amici, colleghi, fornitori e clienti di quella donna con il bimbo deboluccio.
Nella chat c’erano tante persone che volevano bene alla loro amica e a quel bambino che molti di loro, quasi tutti in verità, non avevano mai visto di persona (a dire il vero qualcuno non aveva mai conosciuto di persona nemmeno la mamma di quel bambino).
Quella mamma ovviamente sono io e nella foto, con tanto di photobombing di Bino, una delle due amiche mi stava consegnando un libretto fatto a mano che racconta una storia al mio Bino. Sul libretto c’è scritto che la vita è fatta di gioia, dolore, amore, difficoltà ma… gli amici ci saranno sempre. Nel libretto ci sono frasi e firme di tutte le persone coinvolte (e io già lì, guardando quelle calligrafie e quelle parole m’ero sentita tanto avvolta dall’affetto). In fondo al libretto c’è scritto che i soldi non fanno la felicità, ma possono comprare i tramonti sul mare. Io ho continuato a non capire fino alla fine e in qualche modo la mia amica ha dovuto spiegarmi che mi stavano regalando una vacanzina al mare per Bino e per i suoi bronchi debolucci.
Questa storia dovevo proprio scriverla qui per fermarla nel tempo, per lasciarla nella Rete in cui è nata e si è sviluppata, perché quasi sempre si parla della Rete come una cloaca piena dei più bassi istinti umani. E invece la Rete è la vita reale e dentro c’è di tutto, compreso moltissimo affetto che percorre migliaia di chilometri andata e ritorno, in Rete ci sono alcuni degli amici più cari che ho, in Rete ho conosciuto l’amore della mia vita e ho ritrovato amici perduti, grazie alla Rete riesco a trovare le parole che un tempo non avevo.
Allora grazie amici per il vostro gesto che vuol dire molto di più di una vacanza al mare, mi ha insegnato che non si è mai davvero soli e che la gentilezza è ancora un grande valore che vale la pena di mettere in cima alla cassetta degli attrezzi dei miei bambini.
Bella testimonianza, che forse chi non “vive” la Rete ogni giorno non capirà appieno. Anch’io ho conosciuto online molte persone che poi sono diventati dei buoni amici, anche se alcuni di questi non li ho mai incontrati faccia a faccia. Ho anche ritrovato amici perduti, perché quando andavo a scuola non si usavano i cellulari, e ancor meno Facebook e simili.
In fine, in Rete, ho incontrato quella che da 7 anni è la mia ragazza, e che tra qualche mese diventerà mia moglie 😀
Grande Lorenzo. Io e Oppi stiamo insieme da 8 anni e siamo sposati da 7. Tra il 2007 e il 2008 ci deve essere sta un’esplosione di amore 🙂
[…] mi pronuncio, ne avevo abbondantemente parlato qui) La storia ve la racconta meglio Michela sul suo blog, ma il succo è tutto qui. Non ve ne avrei parlato, ma, mentre attraversavo il Chaussée de […]
Io la sapevo già ma per scritto fa ancora più effetto.
E siccome questa sera sono un po’ agitato e un po’ triste, mi ha fatto bene leggerla.
Perché è bella.