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Femmina è rosa, maschio è celeste

Oggi l’ispirazione l’ho trovata su twitter.
Beh, sarebbe meglio dire che oggi l’ispirazione MI HA TROVATA su twitter.
Di seguito i flash tweet:
@tajfel scrive e vabbè, non fatemi osservazione perchè ho una t-shirt rosa, dai cazzo
@24donne scrive #donneelavoro Radio3 Germania: i compiti di cura sono divisi equamente tra donne e uomini, perché in Italia no? e ancora  #donneelavoro Radio3 Chiara Saraceno: si tratta di cambiare una cultura a livello collettivo per la condivisione dei lavori di cura…
e poi, quando ha visto lo spazzolino di bimbopatato nella foto qui a lato
 @briciola103 ha scritto Ma e rosa!!!!!


Ecco, quattro frasi che hanno disegnato il fil rouge della mia giornata.
I maschietti sono celesti, le femminucce rosa. Gli uomini lavorano e le donne si dedicano alla cura.
Ma non è che tutto parte dai vestitini? Rosa e celeste, rosa e celeste, mai un mix.
E così è dalla culla che iniziamo ad affibbiare dei ruoli decisi da chissà chi che escludono un genere piuttosto che un’altro da alcune mansioni.
E se non fosse sempre così?
Magari in rosa sta meglio un uomo che una donna, io adoro gli uomini in rosa, li trovo supersexi!
Un mio amico durante una allegra serata in un pub irlandese ha visto entrare un’intera squadra di rugby, tutta in rosa con una scritta sulla maglia che traduco “abbastanza uomo da indossare il rosa”, io mi sarei squagliata davanti ad un simile spettacolo.
Ma dettagli fru-fru a parte, @24donne oggi diceva che i compiti non sono divisi equamente in Italia e che la cura viene affidata alle donne. Ma siamo noi che costruiamo un background culturale del genere!
Ai maschietti il camion, alle femminucce la barbie, ai maschietti le costruzioni, alle femminucce i peluches.
Insomma se assegniamo i ruoli ai neonati, con i fiocchi nascita e le tutine, come possiamo pensare di pretendere una cura dei figli fifty-fifty da un trenta/quarantenne?
E se a una bimba piacessero le costruzioni e trovasse la barbie orripilante, e se a un maschietto piacesse un pupazzetto rosa? Dobbiamo andare dallo psicologo? Naaaaaaa…..

Published inL'angolo delle riflessioni

11 Comments

  1. Emma (3 anni ) vuole un robot grande per natale, ha un trapano a pile e fa il bagno con le barbie della sorellona. Ama le costruzioni e fa le coccole al coniglietto di peluche. gli abiti da femmina le piacciono solo sono comodi (tessuti morbidi). quando mette la scapre da tennis (ne ha due paia un blu e uno rosa ma se mette quell blu dice che sono da maschio). eppure credo che al di la di questo sia anche altro che ci trasmette pari dignità di genere. e io credo che oltre alla mia ricerca … sia stato mio padre – per certi versi – a trasmettermi la pari dignità tra uomo e donna, insegnandomi cose da maschio (micro nozioni di idraulica, elettricità, uso del trapani, pittura), quando la mia curiosità mi portava vicino a lui. mio padre e mia madre mi hanno insegnato la pari dignità del lavoro in casa tra uomo e donna (ma mia madre mi ha trasmesso il senso del dover fare anche a malavoglia …) e la pari dignità economica di marito e moglie che lavorano entrambe. per loro lavorare era bello! insomma forse i vestiti sono solo una esternazione dei nostri sterereotipi ( così io non amo la piccina vestita un pò troppo da maschio come la vestirebbe il babbo), ma se dentro li combattiamo anche mia figlia può mettere un giacchino di minatore dell’arkansas

  2. Grazie Monica!
    Alle elementari eravamo solo in due in classe ad avere la mamma lavoratrice e io ero così orgogliosa…. Ero piccola e provavo pena per le mamme delle mie amiche quando assistevo alla richiesta dei soldi ai mariti anche solo per la spesa. E a casa io e mio fratello giocavamo con barbie e costruzioni a seconda di cosa ci andava, insieme!

  3. Mio marito sta benissimo con camice rosa e viola 🙂

    Credo che il problema del rosa nella nostra cultura sia ancora talmente importante da portarci ad esagerare su fronti opposti (non usare mai il rosa o imporre una ruspa ad una bambina).

    Lo dico serenamente nel senso che a mia figlia non ho mai imposto cose da femmina (anche quando al parchetto le signore si scandalizzano perché vuole giocare a calcio e non fare la ballerina).

    Abbiamo tanta strada da fare, per “essere” serenamente quello che si è, uomini e donne, invece di dover sempre combattere… ehi..mi stanno venendo delle idee per il mio articolo sul magazine Donne Pensanti…:D

  4. Ti vengono idee? Io sto scoprendo solo ora che la signora creatività senza la sua amica condivisione no va da nessuna parte 😉

  5. mah secondo me dipende un po dall’età dei bambini. Fino ai tre anni non credo ci siano rosse differenze in quanto a giochi ( ad esempio noi al mare abbiamo giocato con la pistola ad acqua e conosco figli maschi di mia amiche che hanno la cucina giocattolo e mia figlia ancora non ce l’ha)
    poi forse con l’ingresso a scuola si cominciano a creare delle differenze di genere.

  6. Buondì, personalmente credo che siamo noi innanzitutto come genitori col nostro esempio a dover insegnare ai nostri figli che non esistono attività prettamente da maschi ed attività da femmine. E sto scoprendo nel mio cammino di mamma (mia figlia non ha ancora tre anni) che spesso sono gli stereotipi che provengono dal mondo esterno i peggiori nemici di quello che tu cerchi di portare come esempio virtuoso in casa. Noi a casa ci dividiamo i compiti: solitamente è mio marito a fare la spesa e cucinare, io mi occupo del resto. La gestione della bambina è abbastanza equilibrata, a seconda degli impegni di ciascuno. Lei gioca in prevalenza con i Lego o i puzzle in casa, e ha solo un paio di bambole, abbastanza bistrattate. Mi piacerebbe continuasse in questo modo la sua esplorazione del mondo, provando giochi ed attività diverse e scegliendo poi quelle che preferisce, indipendentemente che siano da maschio o da femmina.
    Però so che non sarà facile… Perché per esempio la zia le ha appena regalato la cucinetta, visto che le brave bambine devono imparare a cucinare… Per fortuna per il momento è ancora in un angolo, inutilizzata.

  7. Belvetta veste di tutti i colori e gioca con la Barbie e il banco da falegname.
    Un giorno in vacanza le ho detto che non ci sono giochi da maschi o giochi da femmine e un papaà nostro amico ribatte ridendo “Ceeeeertoooo e i maschi è normale che giochino con le Barbieeeeeeee!” come per dire “ma che ca**o dici?!!?”.
    Al che gli ho detto che sì, non ci troverei nulla di strano visto che, appunto, mia figlia gioca con il banco da falegname e non penso sia meno femminile di altre a cui danno solo bambole e farfalline.
    Davvero io non le capisco certe posizioni…

  8. Sto leggendo “Ancora dalla parte delle Bambine” (L.Lipperini) per me illuminante, a tratti angoscioso! Ho due femmine e un maschio, che giocano + o – a tutto. Le preferenze ci sono (ed è giusto che ci siano) ma, a questo punto, mi domando quanto siano innate o condizionate! A volte mi sento davvero impotente di fronte a tutto il “rosa/celeste” che mi circonda!

  9. Io voglio essere libera di giocare con le barbie. A quarant’anni.
    E se mia figlia decidesse di fare l’idraulico, le darei una pacca sulla spalla: che magari riuscirebbea a pagare il mutuo anche a me.
    Libertà.
    Sempre.

  10. Sono tanto contenta dei vostri commenti, quello dei condizionamenti culturali è un tema che mi sta molto a cuore.

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