Salta al contenuto

Tirata giù dal letto

E’ così che mi sento oggi, anche se su questo maledetto letto ci sto ancora da una settimana.
Un problema di salute che coincide alla perfezione con la scadenza di un contratto di lavoro altamente formativo quanto deludente, che mi ha aperto un mondo ma che mi sta anche facendo capire che non può andare avanti così, che ormai gli strumenti me li ha dati e che non posso più permettermi di subire passivamente decisioni e umori di altri senza provare a farcela da sola.

Poi ascolti una Terry qualsiasi che ribalta i valori in maniera sconcertante e dalla Rete iniziano a piovere le urla di dolere:
prima Stefania, poi Pentapata, poi il gruppo donnexdonne, poi Cuordicarciofo

COSA POSSIAMO FARE? COSA DOBBIAMO FARE?

E da giorni che me lo chiedo in un assurdo parallelo tra la mia vita professionale e il mondo che mi circonda. Mi sembra di ritrovarmi in un punto di svolta totale, a cospetto di un baratro, o meglio di un varco nella realtà, che può essere abisso oppure occasione unica di cambiamento.

E nel letto, ferma da giorni mi chiedo: “perché devo vivere negli schemi? quali sono gli schemi? ma poi io qualche schema veramente l’ho già rotto e per un piccolo ma glorioso periodo ho fatto della flessibilità una virtù, anche se vogliono costringermi a ricredermi, a ritornare ad essere una proprietà di chi mi da lavoro e non un partner propositivo”.

Stamattina un’altra botta: sempre da ‘sto cazzo di divano, ho seguito lo streaming live di “L’altra metà della Rete” nell’ambito della SOCIAL MEDIA WEEK.
Ascoltavo e sentivo eccellenza, idee, possibilità.

Mi piacerebbe potermi confrontare di persona con tutte le donne che ho conosciuto in questi mesi al Mom Camp che si terrà sabato, ma ci vorrà un piccolo miracolo.

E allora lancio qui la mia battaglia: voglio parlare di conciliazione, che non vuol dire solo essere mamma, ma essere persona.
Il tema della conciliazione assale le mamme perché la maternità è l’apice dell’impegno personale, è totalizzante come nient’altro, ma dovrebbe essere un must per ogni persona che desideri condurre al meglio la propria vita e il proprio lavoro.
Lavoro che spesso è davvero inefficiente se chi lo fa lo compie come un deportato, su treni della speranza, in luoghi che fanno tutto tranne scatenare la creatività.

E allora la Rete è un patrimonio umano di conoscenza e conoscenze e le persone incontrate (mio marito per primo) e che incontrerò sono la speranza che mi fa pensare che quella Terry va solo compatita e lasciata sola con vecchi abiti e gioielli.

 

Published inL'angolo delle riflessioni

4 Comments

  1. Ma è comprensibile quel che ho scritto? C’ho dei dubbi…

  2. Owl Owl

    Si comprensibilissimo! E ovviamente condivido!
    Ci vuole coraggio per uscire dagli schemi, è quello che pensavo anche mentre scrivevo.
    Fa paura, perchè finchè stai a testa bassa e macini credi di difendere quello che hai, i tuoi principi… poi per caso ascolti quelle parole e non è possibile stare zitti di fronte a certe dichiarazioni che prendono e buttano nel cesso tutti i tuoi sforzi di donna, madre, professionista…
    Ok, ho ricominciato…

    Brava e guarisci presto!!

  3. Non solo Terry va compatita, dobbiamo lasciarci alle spalle anche il presenzialismo in ufficio a tutti i costi, il farci trattare come proprietà e non cme persone. Non è facile e ci vorrà del tempo, però l’essere in buona compagnia mi fa ben sperare (oggi sono più ottimista di ieri) 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.