Bimbopatato passato l’anno ci sta stupendo con effetti speciali.
Chiaramente sono speciali solo per me e papasportivo, che siamo alla prima esperienza da genitori. Siamo consapevoli di non essere al cospetto di un genio ma di un pupetto che fa le cose standard di un unenne.
Ma che meraviglia quando prende il suo telefonino morbidoso e parte con una conversazione-fiume in elfico con un interlocutore immaginario.
E cosa dire del fatto che inizia a fare i suoi passetti ma si rifiuta di ricevere aiuto (tutto sua mamma!).
Adesso vuole anche mangiare da solo e quindi cerco di produrre dei secondi non troppo liquidosi in modo che si possa esercitare con il finger-food.
Intanto io e papasportivo ci rendiamo conto che è ormai difficile ricordarlo neonato, piccolissimo e totalmente dipendente.
Lunedì prossimo iniziamo l’ambientamento al nido e più si avvicina il giorno fatidico e più mi rendo conto che l’ambientamento è una roba che hanno ideato per le mamme e i papà più che per i pargoli.
Io sono molto contenta che bimbopatato vada a nido, sono contenta per noi, che recupereremo un po’ di tempo al lavoro evitando di star su fino alle due di notte, e sono contenta per lui che finalmente trascorrerà del tempo a giocare con i suoi coetanei.
Però non nascondo dei momenti di panico nel pensarlo lì, in difficoltà con la pappa e senza noi due che ce ne siamo occupati da soli per più di un anno.
Poi mi ricordo che Ernesto è un bambino simpatico e socievole e che se qualche bimbo riderà alle sue smorfie (e ne fa di spassosissime), lui si tranquillizzerà e si sentirà a casa.
Ma tutti questi progressi e novità incidono anche su di me, sul mio carattere e sulla mia visione della vita. I suoi sorrisi sono sempre di più una carica di buonumore che cancella ogni scazzo o preoccupazione quotidiana, la sua vivacità e curiosità mi insegnano a dire NO a quello che può essere diseducativo o pericoloso. Dei NO fermi e decisi che mi impongono di utilizzarli anche in tutti gli altri campi della mia vita.
Perché se sono capace di dire NO a mio figlio allora posso rifiutare anche dei compromessi dannosi nella mia vita fuori casa.
Insomma mio figlio sta tirando fuori una donna decisa e determinata come non ero mai stata prima e questa cosa MI PIACE!
Proprio vero, nasce un bimbo e nasce una mamma 🙂 e come cresce lui, cresce anche lei. Che belle le tue parole, mi fanno riflettere su un punto che mi addolora: anche io non riesco a ricordare le mie bambine neonate, la seconda persino meno della prima. Perdo qualcosa per acquisire qualcos’altro. Anche questo è parte del gioco. Invece il nido per me è sempre stato il perfetto compromesso. Ho sempre ritenuto le educatrici più esperte di me e continuo a farlo. Quindi sono sorena lasciando le mie pupe sorridenti fra le braccia coccolone delle maestre del nido 🙂
Oh ma anch’io penso che a questo punto siano necessarie le educatrici del nido per agevolare la crescita di Ernesto. Non abbiamo ancora iniziato ma concordo con te! Poi ieri il simpaticone al colloquio con le educatrici si è già lanciato in abbracci con loro! 🙂