Io parlo spesso con il mio compagno della fine.
Inutile evitare certi discorsi macabri: la morte, la malattia, sono parte della vita e cerco di prepararmi con serenità come ho fatto con il parto quando dicevo a tutti “non so come andrà, perché preoccuparmene?”. Andò
peggio del previsto ma non me ne preoccupai comunque, mi affidai ai professionisti che mi stavano aiutando e al sostegno di mio marito.
Dicevo la FINE. Ci sarà anche per me come per tutti e dubito che, per ora, si tratterà di un gran finale holliwoodiano come pensano i creduloni che oggi se la stanno vivendo malissimo.
Ma sola o in compagnia, per me, oggi, la fine del mondo sono questi tre nella foto e il mio lavoro.
Ad oggi posso dire con soddisfazione che morirei proprio contenta esattamente come vado a dormire ogni sera. Mi sento realizzata come mio papà quando il Milan vinse la Champions ai rigori contro la giuve, mi chiamò e mi disse in dialetto: “adesso posso morire! abbiamo vinto a culo contro la squadra che vince più a culo del mondo!”.
Sono pronta e aggiungo un ghigno malefico dedicato ai miei attuali creditori 😉
Quante altre persone possono dire di andare a letto contente? Quando si raggiunge questa consapevolezza, ci si guardaallo specchio e ci si sorride, niente a più un inizio ne tanto meno una fine!!!
Andare a letto contenti credo sia la più bella dimostrazione di quanto ci si è realizzati.
Muahahaha! Brava Michela! 🙂
Dai ci é andata bene a tutti, ce la siamo scampata…creditori compresi