Eccoli il mio papà e bimbopatato. Sono tanto lontani ma tanto fortunati.
Fare i nonni a distanza oggi è molto meno doloroso di una volta, anche se manca il contatto fisico almeno ci si può guardare e parlare tutti i giorni.
Mio figlio quando sente i suoni di Skype inizia a chiamare “nonno! nonno!”
Io assomiglio a mio padre in maniera impressionante, talmente impressionante che mia madre spesso ci confonde e ci chiama uno con il nome dell’altra e viceversa, da sempre.
E non è soltanto la somiglianza fisica, ma quella caratteriale. Un caratteraccio che spesso diventa incomunicabilità, perché è difficile che due persone identiche scendano a compromessi (per fortuna c’è la mamma che fa l’interprete).
Mio padre, insieme alla mia mamma, ha fatto una vita tutta diversa da quella che ho scelto/è capitata a me. Ha avuto un’infanzia povera e una fase adulta benestante, premio di duro lavoro e grande dedizione alla famiglia. Di conseguenza io ho avuto un’infanzia benestante, allora il ceto medio contava molto, e un’età adulta che si sta dipanando tra le incertezze e delle scelte che una volta sarebbero sembrate folli, ma oggi sono il minimo sindacale per non soccombere alla depressione o allo scazzo.
Lui, come tanti altri papà della sua generazione, vede i suoi sogni per i figli traditi. Traditi dalla classe politica che in buona fede aveva scelto, traditi da chi doveva garantirci un futuro oltre a quello che loro, i genitori babyboomers, hanno fatto per noi.
Perché se noi siamo la generazione perduta, loro sono la generazione tradita, quella convinta che i propri figli avrebbero potuto proseguire la scalata sociale senza ostacoli, solo impegnandosi.
Al mio papà e anche agli altri vorrei dire di non preoccuparsi più del necessario. Le cose sono cambiate, probabilmente peggiorate ma noi siamo forti e sappiamo adattarci e probabilmente dovremo misurare diversamente il benessere, io già lo faccio. L’insicurezza economica può avere dei contrappesi sorprendenti, può farci ripescare delle risorse perdute da un paio di generazioni. Si ricomincia ad autoprodurre per risparmiare (mio padre mai avrebbe scommesso sul fatto che mi sarei messa a preparare le torte), a riciclare e riutilizzare praticamente tutto, dopo una fase molto lunga di usa e getta, eccetera eccetera.
Le cose sono cambiate in fretta, lo so, ma il mio papà e la mia mamma mi hanno cresciuta bene e nella mia cassetta degli attrezzi non manca nulla.
E visto che da due anni non solo sei nonno ma anche uno dei lettori fissi di questo blog… AUGURI PAPA’
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