Riflessioni semiserie sul terzo trimestre di gravidanza

Oggi termina per me il secondo trimestre di gravidanza. Quello dello stato di grazia, quello in cui ti senti più o meno  Wonder Woman, e anche figa come lei!
Per carità, rispetto alla gravidanza precedente ho 3 anni in più e il diabete gestazionale che mi ha parecchio condizionato la vita tra insulina, dieta e visite talmente ricorrenti che mi sembra di essere impegnata come se il bimbo fosse già nato.
Vabbé, domani inizia il famigerato terzo trimestre, quello delle domande, tante domande:
– quanto crescerà ancora questo pancione?
– riuscirò mai a rivedere i miei piedi?
– rivoglio il mio corpo!
– dove cavolo è il mio intestino?
– queste saranno mica le contrazioni?
– quello che sento è un calcio o una testata?
– piccolo vero che resisti ancora un po’ che è troppo presto?
– ci metterò anche stavolta millemila ore per partorire?
– la placenta sarà salita?
– riuscirò ad evitare il cesareo anche stavolta?
– sarai identico a tuo fratello o completamente diverso?
– anche con te sembrerò la tata terrona perché tu sarai biondissimo?
– chi cacchio si ricorda cosa bisogna mettere nella valigia?
– anche stavolta devo spremermi le tette come dei limoni o il latte sgorgherà copioso?
– vero che tieni duro con me fino alla fine e non mi abbandoni all’ultimo momento?
– riuscirò a fare la comunicazione dati IVA per mio cognato prima del travaglio?
– voglio abbracciare di nuovo mio marito di fronte e non di lato!
– come cambieranno le nostre vite con il quarto membro della famiglia?
– come reagirà davvero Ernesto quando ci sarai anche tu?

E non ci sono solo le domande, adesso incominciano ad arrivare i sogni assurdi del tipo che partorisci un quindicenne oppure sfidi apertamente un capo ultrà della giuve e gli dici anche di stare lontano perché c’hai il pancione…