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Il massacro al #CharlieHebdo, la fatica e la paura

Sono preoccupata. Sono tanto preoccupata.
No, non per me stessa. Arriva un punto nella vita in cui pensi che a te può succedere di tutto ma fa niente.
Il mio pensiero va ai miei bambini e ai loro amici presenti e futuri.
Noi viviamo in un quartiere multiculturale di fatto. Io alle elementari avevo tre compagni di classe che si chiamavano Giuseppe (uno lo chiamavamo Giuseppe appunto, l’altro Pino, l’altro per cognome). Mio figlio grande in classe ha Mohamed grande e Mohamed piccolo e un paio di Adam e Ryan. Al nido con Bino ci sono Blessed, Ryan, Steven, Royal…
Sono preoccupata che un evento come quello di ieri, oltre a distruggere intere famiglie e la loro normalità (perché è questo l’obiettivo del terrorismo), getterà al vento la nostra fatica quotidiana. Quella di noi genitori tutti diversi che cerchiamo un linguaggio comune, quella degli educatori abbandonati da chiunque (Stato assente e spesso genitori da un lato troppo saccenti e dall’altro troppo ignoranti) a gestire una complessità inimmaginabile che però porta dei bambini di 2 o 3 anni a parlare tutti la stessa lingua con lo stesso accento.
Se vincono i macellai con l’aiuto dei populisti che fine faranno Mohamed grande e Mohamed piccolo? Che fine faranno Bino ed Ernesto?
Cosa facciamo, li dividiamo? Li releghiamo nelle loro case e priviamo le loro mamme dell’unico momento di vita sociale? Quel breve momento in cui possono osservare un mondo diverso e magari decidere di interagire?
Se è così che la si pensa hanno vinto loro: i macellai e i loro amici populisti. E ovviamente ha vinto la paura che rende tutti, irrimediabilmente, idioti.

Published inL'angolo delle riflessioni

2 Comments

  1. Non si può generalizzare, non tutti gli islamici sono come quelli. Sono una minoranza, una minoranza pericolosa, una minoranza che mette paura.
    Io spero che i bimbi islamici che crescono qui abbiano idee più ampie, più giuste, più sensate, perchè nel fondamentalismo, di sensanto non c’è nulla, nulla

    • Permettimi solo di sottolineare l’intelligente equidistanza di Maria Michela, non parla (solo) di stereotipi arabi ignoranti ed interalisti ma anche dei loro corrispettivi opposti, ovvero i populisti d’accatto che in questa melma ci sguazzano facendo proseliti….

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