Sono giorni e giorni che penso a quello che sto per scrivere.
Da quando è nato Bino penso un sacco.
Con Ernesto agivo prima di pensare e andava benissimo così, ho fatto molte scelte incoscienti e coraggiose e non tornerei indietro.
Bino e tutte le vicende che ci hanno portati fino a qui mi hanno invece portato il dono di pensare moltissimo prima di agire e la decisione di crescere. Adesso devo crescere.
Ma andiamo avanti.
Noi 30-40enni siamo mamme o stiamo diventando mamme in questi anni.
E siamo una nuova generazione di mamme.
Figlie delle figlie del babyboom, molte di noi hanno avuto il privilegio di vedere la propria mamma impegnata fuori casa, con un lavoro e l’indipendenza economica. Io nello specifico ero tra le poche ragazzine a scuola con la mamma lavoratrice, anzi quando facevo le superiori ero la sola (l’altra mamma lavoratrice era madre di un maschio).
Le nostre mamme, non tutte, ci hanno spiegato che potevamo studiare ed essere quello che volevamo, che l’indipendenza economica era il primo traguardo, prima ancora di matrimonio e famiglia, anzi era propedeutica.
Mia madre mi diceva sempre “pensa alle amiche e parenti che non lavorano, e se ai loro mariti succedesse qualcosa?”.
E così siamo andate a scuola fino all’università e oltre, abbiamo studiato e poi avviato una carriera. Il tutto con un piglio da secchione micidiali. Perché io la ricordo la competizione a scuola e in università, tutta al femminile. Dovevamo riscattarci e riscattare le nostre madri.
Poi ci siamo innamorate e abbiamo desiderato una famiglia e dei figli, e per molte è andata così.
Quello è stato il punto di rottura, il momento in cui tutto è cambiato. Abbiamo improvvisamente applicato il nostro metodo di studio alla maternità, siamo diventate mamme-secchione.
Talmente secchione da decidere che tutto quello che avevano fatto le nostre madri, nonne e bisnonne era sbagliato e andava buttato nel cesso. Mia madre se n’è accorta subito (eppure io sono tra quelle abbastanza moderate e ancora applico alcuni dei suoi ottimi metodi).
Insomma, ci siamo autoproclamate madri migliori, più informate, più capaci di educare i figli, più vicine fisicamente e psicologicamente alle nostre creature. Ci siamo prese titoli di studio non nostri: insegnante, pediatra, psicologa, nutrizionista…
La verità è che questa presunzione, questo atteggiamento da secchione, avrà un prezzo anzi molti. E purtroppo in alcuni casi lo scopriremo troppo tardi.
Siamo sicure che i nostri genitori abbiamo sbagliato tutto o almeno molto. E che lo abbiamo fatto di proposito, Dobbiamo capire che anche noi sbagliamo e sbaglieremo, perchè niente è più difficile dei rapporti umani.