Questi giorni di caldo soffocante li sto trascorrendo insieme a bimbopatato e papasportivo in Puglia, a Gravina.
E’ da qui che il 18 agosto di 14 anni fa sono partita per Milano, sicura che non sarei più tornata, se non per le vacanze.
Ero una studentessa modello, sveglia, intelligente, diplomata con il massimo dei voti.
Ne eravamo certi tutti. Io, i miei più di me, gli amici i parenti: avrei fatto strada!
E allora università privata, tanti sacrifici (dal punto di vista economico ma anche umano) e una laurea a pieni voti nei tempi giusti.
Era il 2003, c’era un pochetto di crisi (un pizzico, mica come adesso!) ma io avevo già un lavoro. Laurea il 29 ottobre, contratto il 3 novembre (l’anno prima avevo lavorato per loro come stagista e completato gli studi).
E poi? E poi mi sono perduta, un po’ per colpa mia, un po’ per colpa d’altri.
Non ho fatto carriera – non ero poi così speciale – non ho fatto soldi, non ho combinato un gran che per parecchi anni.
Poi un giorno ho capito: quello che una volta si chiamava gavetta, per noi sarebbe stata una costante; quello che una volta era un paio d’anni di sacrifici, di investimenti su se stessi, per noi sarebbe stato SEMPRE.
E allora ho iniziato un percorso fatto di scelte strambe alla ricerca del lavoro che mi avrebbe dato soddisfazioni più dal punto di vista umano che economico, che mi avrebbe permesso di vivere e lavorare secondo i miei tempi e non quelli imposti da chissà chi.
L’amore e la maternità mi hanno dato la forza di ritrovare quella diciannovenne piena di entusiasmo che era partita da qui senza le idee chiare, mi hanno chiarito pure quelle e sono ripartita.
In questi giorni si fa un gran parlare di generazione perduta, la mia, quella tra i 30 e i 40 anni.
Se per perduta intendiamo una generazione senza casa di proprietà e senza posto fisso io ci sto dentro con tutti i piedi, insieme a papasportivo ovviamente.
Se per perduta si intende senza progetti e ottimismo (i sogni e le speranze li lascio agli scribacchini e ai chiacchieroni) allora io e qualche altra decina di miei conoscenti siam salvi! E tutti gli altri? Che inseguano posto fisso e casa di proprietà, io c’ho da fare.
Mi piace questo post c’è dentro quella spinta che sento ma che non sono ancora riuscita a tirare fuori ma credo sia indispensabile per non perdermi
Caio Biancume, la spinta dobbiamo darcela da soli, al massimo tra simili. Basta aspettare che qualcuno venga a darci una mano, non possono, non capiscono…
Bravissima!!! Fanculo a Monti e ai vecchi bavosi, perduto sarà lui….
Casa di propietà, ma ancora tutta da pagare..mai avuto il posto fisso…per niente ottimista…ma ci diamo da fare, sempre o cmq!!!
Ciaoooooooooo
Ciao, arrivo qui da twitter e mi riconosco in pieno in quello che scrivi (http://lostrettoindispensabile.wordpress.com/2012/08/09/lost-generation/). Saremo perduti ma abbiamo spazio per essere felici fuori dagli schemi. Felice di averti trovata. :-
Ti ho conosciuto attraverso questo post…. Sembra che parli di me….componente anch’io della generazione 30/40!!! Piacere di conoscerti, sono Mamma Piky