Intro
“Ma questa camera è di qualcuno?”
“Sì, è mia!”
“E come farai a dormirci stanotte?”
“In qualche modo farò!”
La scena che mi si para davanti appena giunta a Rapallo per il 47° Convegno dei Giovani Imprenditori è questa: camera di hotel a cinque stelle invasa da sacchetti e gadget, militarmente occupata da alcuni GI (i giovani imprenditori ottimizzano e tra di loro si chiamano così) e dai ragazzi in alternanza scuola-lavoro, il programma del MIUR dedicato agli studenti delle scuole superiori.
Praticamente non si vede il letto e mancano circa 18 ore all’inizio dell’evento.
Altra scena.
Un gruppo enorme di GI, nel mio post precedente ho raccontato che sono in 100 ad organizzare l’evento, mescolato con un gruppo di studenti delle scuole superiori, aspettano sotto il sole che venga issata la bandiera dei GI per dare il via ufficiale all’evento. Sono mescolati e li distingui solo per evidenti motivi di età, che i GI sono giovani ma non esattamente adolescenti 🙂
Giovani Imprenditori e studenti delle superiori
Lavorano insieme, GI e studenti. Spostano cose, corrono di qua e di là, sono stremati ed entusiasti per la meta così vicina: Rapallo 2017.
E poi… cena del giovedì, accrediti, prima giornata di convegno, pranzo, workshop, cena di gala, seconda giornata e chiusura. Non proprio una passeggiata, ma hanno portato a casa il risultato.
Ed è stato affascinante, ma anche tenero, vedere i ragazzi di scuola-lavoro vincere la timidezza ed intervistare al volo alcuni GI (non quelli dell’organizzazione, che ormai gli erano famigliari) per produrre contenuti in tempo reale per i social. Ho letto in anteprima uno dei post, scritto da una ragazza che potrebbe essere tranquillamente mia figlia: c’era dentro un entusiasmo che non sarei in grado di riprodurre.
Ribaltare la narrazione
Sono stati fortunati i ragazzi dell’alternanza di scuola-lavoro impegnati al Convegno, per una serie di motivi:
- sono entrati in contatto con una serie di attività lavorative che chi sta svolgendo l’alternanza in un bar o in un negozio non vedrà (social media manager, PR, organizzatore di eventi, addetto alla sicurezza ecc.);
- hanno vissuto un’esperienza che lascerà loro degli input interessati e che a qualcuno cambierà sicuramente la vita (i miei cambi vita sono avvenuti per molto meno);
- a 18 anni o giù di lì hanno potuto farsi un’idea degli imprenditori che differisce parecchio dalla narrazione maggioritaria (io ci sono arrivata che di anni ne avevo più di 30).
Vorrei soffermarmi sull’ultimo punto. Proprio ieri su Facebook scrivevo:
“Per lavoro sto rivedendo l’intero scadenziario fiscale di questo Paese.
Qualcosa come 60 o 70 scadenze al mese (più di due al giorno).
Ci vuole coraggio a fare gli imprenditori o gli autonomi in queste condizioni.
E quando pensate agli imprenditori e agli autonomi non correte a pescare personaggi stile Briatore o Farinetti; io parlo di gente che lavora duro e paga tutto (o almeno cerca di farlo).
DIMENTICAVO! Lo sapete che in questo Paese le scadenze possono essere modificate anche a mezzo comunicato stampa? Possibilità di perdersi l’informazione tendente all’infinito, pure per un professionista megagalattico che fa solo questo di mestiere.”
Ecco, io più entro in contatto con i GI, faccio loro domande, scopro cose, più penso che bisognerebbe facessero di più per contrastare la narrazione dominante che mostra sempre i soliti nomi e sempre le solite situazioni di sfruttamento delle regole e delle persone.
Perché c’è un mondo di persone che lavora con passione, che ha un ottimo rapporto con i dipendenti, che cerca il confronto costante con le istituzioni, che non vede l’ora di condividere la propria esperienza e che patisce le difficoltà di operare in un Paese con una burocrazia complicatissima (e se lo dico io…), che spesso non guarda alle complicazioni finanziarie (che vuol dire niente soldi per pagare dipendenti, tasse e contributi) che possono derivare anche al solo cambio di un comma, di un articolo, di una legge.
Un esempio? Il nuovo split payment per i professionisti, che a causa di questa nuova regola potrebbero dover rinunciare a dei lavori o addirittura rischiare di chiudere. Ne parlerò nei prossimi giorni…
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