… Tranne i debiti con l’INPS!
Quando Mario mi ha chiesto di leggere Startup di merda e di dirgli cosa ne pensavo, ho capito subito che io e Mario la pensavamo alla stessa maniera: occorre che si spieghi per filo e per segno perché NON aprire una startup, ché di pro sono pieni libri e web!
Perché non iniziare con una startup
Mario Moroni è un imprenditore che di sbagli ne ha fatti tanti, il primo fra tutti al ritorno, gasatissimo, dagli States:
“avevo nella testa il mercato americano, credevo di poter applicare nel mio Paese quello che avevo visto e imparato dall’altra parte dell’Oceano.”
Ecco: no.
Da questa parte dell’Oceano, in Italia, le cose sono un attimo più complesse e le belle idee si scontrano da subito con due problemi giganti per i quali non è sufficiente essere giovani e brillanti:
- una burocrazia mastodontica;
- un accesso al credito che è quasi mission impossible.
Quindi prima di buttarti, costituire la tua società con 1 euro, magari fatti un giro da un commercialista bravo che ti dirà che per aprire ci vorrà anche 1 euro, ma poi devi iscriverti all’INPS e ci sono delle gestioni INPS che ti chiedono 4mila euro l’anno indipendentemente dal fatto che il tuo modello di business funzioni o meno (e spesso non funziona proprio).
Perché non andare avanti con una startup
Prosegue Mario:
“Se le cose non vanno, però, limitiamo i danni. Devi darti un tempo (= fissare un termine alla tua attività). Qualunque cosa tu faccia, dev’essere misurabile e – perché sia misurabile – gli obiettivi devono essere inseriti in un arco temporale definito e verificati.”
Ciao, sono Michela, e negli ultimi 7 anni ho visto troppi startupper presentarsi con la stessa identica startup a millemila convegni, con la colpevole complicità di chi li organizzava quei convegni.
Ecco, se giri l’Italia raccontando frottole sulla tua startup e in 3-5-7 anni non riesci ancora a definirti imprenditore, perché andare avanti con l’agonia tua e mia? Fai altro!
E, riciao sono Michela, in questi anni ho incontrato tantissimi startupper “falliti” che si sono messi a fare altro con esiti brillanti, forti di quel fallimento e finalmente in grado di ripagare i debiti e mantenersi dignitosamente.
Perché smettere (consapevoli che i debiti INPS bisogna saldarli, prima o poi)
Conclude Mario:
“Ammettere di fermarsi davanti a ciò che (almeno per adesso, per quanto ne sappiamo) non può essere cambiato, non è necessariamente un sinonimo di sconfitta ma di maturità.”
Torniamo a quel che mi preme: i debiti degli startupper con l’INPS. Come dicevo se sei starupper e per via della tua attività sei iscritto alla gestione commercianti, accumuli debiti per 4mila euro l’anno e non c’è condono che tenga.
Per quanto i governi siano sempre tentati di fare “regaloni” ai contribuenti che non pagano, l’INPS s’addà pagà e quasi mai rientra nelle definizioni scontatissimi dei debiti pendenti, oltre ad essere uno dei pochi debiti con lo Stato che può comportare una sanzione pari al 100% del dovuto (insomma i 4mila diventano 8mila come niente?).
Ti ho messo abbastanza paura? Se non è sufficiente qui sotto trovi il libro di Mario…
Sii il primo a commentare