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I blogpost non moriranno, anzi!

È l’anno dei video, è l’anno dei podcast, è l’anno delle infografiche (lo so che questa è vecchia, ma mi serve). Invece i blogpost muoiono ogni anno, oppure no?

Un mare di contenuti multimediali

Tanti, tantissimi contenuti, in tutte le forme possibili. Video, cartoni animati, note audio (a proposito vi siete già iscritti al mio canale Telegram @lamiaeconomia?), podcast.
Tanti contenuti da selezionare e gestire per essere informati davvero su quello che ci interessa o ci serve di più.
Nel frattempo suonano le campane a morto per i blogpost.
Ma ne siamo proprio sicuri?

La parola scritta non muore di certo

I contenuti testuali sono genitori amorevoli di tutti gli altri contenuti. Non c’è video, o audio o rappresentazione visuale che non abbia una traccia scritta di partenza. Prima di parlare e raccontare, devi saper scrivere e organizzare su un figlio, di carta o digitale che sia, le idee che vuoi esporre e capire se filano.

Contenuti testuali a servizio dei video

Avrete di certo notato che quelli bravi sottotitolano sempre i video che producono e non perché il parlato sia in una lingua diversa dal testo scritto.
Il testo serve perché i contenuti li fruiamo da mobile, dal cellulare, mentre siam magari in giro, o senza cuffie a portata, o in una situazione in cui non è opportuno attivare l’audio. E allora la fruizione torna ad essere attiva e potendo leggi quel che viene detto nel video. Insomma si legge, sempre e comunque e dunque occorre scrivere.

Contenuti testuali imbattibili

C’è poi una categoria particolare di contenuti, che non può prescindere in alcun modo dalla forma scritta, blogpost o articolo: i contenuti tecnico-professionali, come possono essere quelli che scrivo io quando parlo di Fisco.
Sono informazioni che nel formato audio-video possono essere utili ad accendere delle lampadine, ma che necessitano di una forma scritta, spesso dettagliata, per essere compresa appieno. Ma anche solo perché vi sono cifre e date che occorre fissare, salvare, segnare da qualche parte. E il video dovresti stopparlo, andare indietro e in qualche modo sbobinare (ma quanto mi ricorda i bei tempi dell’università il verbo “sbobinare”?). E allora facciamone un blogpost, no? Oltre al video, intendo.

Insomma siete ancora sicuri sicuri che le parole scritte spariranno?

Parliamone, mi trovate qui.

Per un approfondimento su quel che faccio ecco il mio post Contenuti chiari: il focus della mia attività

Published inContent marketing

Un commento

  1. … Non solo: le parole scritte sono quelle che consentono di accedere ai contenuti ad una fetta più ampia di popolazione. Gli ipovedenti, ad esemppio, hanno sistemi di screenreader che interpretano e leggono i contenuti testuali: video e immagini sono ancora scarsamente accessibili. In realtà esistono prototipi di interpretazione fatti con intelligenza artificiale, anche efficienti, ma sono ancora molto molto costosi. E problemi di accessibilità riguardano circa il 15% della popolazione. Chi può fare a meno del 15% del proprio pubblico, e dunque del traffico verso il proprio sito???

    … E comunque questo blog mi piace assai in versione minimal 😁😜 dobbiamo aggiungere il link a Telegram fra le icone social 😉😉😉

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