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Il mio intervento al #SEOandLove (in tutte le sue forme)

SEOandLove“Ora abbiamo Michela Calculli” PAAA-PA-PA-PA-PAAA-PA-PA-PA-PAAAA…

Tre gradini, uno stacchetto che sfuma, Salvatore (il papà del SEO&Love – e c’ho messo il dofollow che è una “grande prova d’amore”) che mi passa microfono e telecomando per le slide e io che non ho considerato che non ho 4 mani, ma essendo mamma spesso sono fermamente convinta di averne 4, e son lì che non so dove mettere il tablet.

Prima di tutto ecco il link ai miei ringraziamenti a caldo (che però non si sono mica raffreddati!)

E poi le diverse forme della mia presentazione 🙂

Il testo (come avevo immaginato sarebbe andata)

C’ho lavorato per giorni, pensando che sarei passata alle 17 con la platea cotta dalle mille informazioni strautili degli altri relatori. E allora ho scelto la leggerezza e mi sono segnata una serie di battute. Ma non avevo fatto i conti con l’emozione, con quella sensazione di essere in preda agli effetti di un cannone (tipo il primo mese di vita del tuo primo figlio che a momenti manco te lo ricordi da quanto ti sentivi “strafatta”). E allora eccolo, il mio intervento ideale:

Iniziamo con una doverosa premessa, e per farla ho preso in prestito e riadattato una citazione di una grande donna, a tratti enorme, letteralmente fuori dal comune:
“Non sono cattiva, è che mi commentano così!”
Sì, lo so. Io assomiglio più a Mafalda, ma anche Jessica Rabbit a modo suo è una mia guru.

Nel corso della mia carriera di contributor, blogger, copywriter, ho avuto ed ho l’opportunità di leggere migliaia di commenti ai post che scrivo. E l’iniziale e un po’ sconfortante impressione è che il commento medio nasca qui, dai risultati di ricerca su Google.

Capita che i commenti non vadano oltre il title e la description. Capita che il lettore non legga e parta subito col commento. Capita che te ne accorgi e sola nella tua cameretta alzi gli occhi al cielo e ti armi di pazienza come se dovessi trattare con un bambino. Ma tanto io sono pratica di bambini. Come dice Salvatore “sto sempre a fare figli” (in realtà ne ho solo due, ma a quanto pare per la questura sono 10).

Ma bando alle lagne. Ho deciso prima di giungere a qualsiasi conclusione di presentarvi una sorta di “bestiario” dei commentatori, tanto per scaldarci un po’.
(I suricati non sono scelti a caso)

Il distratto
Il distratto non legge il post, tutto quello che gli serve l’ha letto nei risultati del motore di ricerca.
E così commenta a caso e magari fa una domanda la cui risposta era nel testo del post, già in versione “for dummies”.

L’impedito
L’impedito ti strappa un sorriso di tenerezza, anche perché l’alternativa è l’autocombustione.
Ti chiede dove sono le informazioni di cui ha bisogno, ignorando questa faccenda modernissima dei collegamenti ipertestuali.

Quando un spider col dofollow ne sa più di un umano…

Il pedante
Il pedante non deve avere una vita facile, e quindi è fatto di acqua e frustrazione.
Arriva a gamba tesa con il Codice Civile alla mano, come succede nelle migliori riunioni di condominio, e ti contesta il post comma per comma.

Spesso semplicemente ripete in maniera formalissima e a tratti soporifera lo stesso, identico concetto che hai espresso tu nel post, solo che lui non prende assolutamente in considerazione che probabilmente la maggioranza dei lettori non capisce nulla di termini tecnici e ha bisogno di un linguaggio un po’ più famigliare.

Lo stalker
Lo stalker scrive lo stesso commento su tutte le piattaforme legate al blog, sul form di contatto del tuo blog personale, via messaggi privati di FB e sulla tua mail, se riesce a trovarla.
E tu temi che prima o poi si presenti sotto casa tua con la sua domandona.

Lo stalker ha bisogno di risposte e ti tratta come fosse un tuo cliente, di quelli che ti hanno ingaggiato con un contratto da leccarsi i baffi!

Il collaborativo
Il collaborativo è la versione angelicata del pedante. Ha anche lui un appunto da fare o qualcosa da aggiungere.
Ma lo fa in un’ottica di teamworking e il post cresce e migliora grazie al suo contributo prezioso.

Spesso ricorda quelli che prendono il microfono durante i convegni per fare una domanda e finiscono per tenere un monologo shakespeariano. Ma si tratta di contributi preziosissimi che non vanno assolutamente ignorati, poi vedremo perché.

Il complimentoso
E qui viene fuori il love, di brutto!

Il complimentoso è il preferito dei blogger. Non ha nulla da chiedere, aggiungere o contestare.
Lui è amore puro, è grato per quello che ha appena letto, gli è stato utilissimo e condivide ogni singola parola.
E il blogger gongola.

Conclusioni

Fin qui ci siamo divertiti un po’, e spero svegliati dal torpore pomeridiano che non so voi, ma a me manda KO.
Ma alla fine della fiera, cosa ricaviamo analizzando i commenti?

  • Apprendiamo l’arte millenaria della pazienza, i ‘fanculi non sono contemplati nelle risposte, al massimo vanno parafrasati.
  • Apprendiamo nuove cose, e quindi abbiamo l’opportunità di arricchire un contenuto già prodotto.
  • Fidelizziamo il lettore, se rispondiamo e bene il commentatore ritornerà, come si torna nei negozi in cui i commessi trattano bene i clienti.
  • Impariamo a conoscere i nostri lettori, e di conseguenza miglioriamo il taglio dei nostri post, semplificando dove è possibile, senza mai banalizzare i concetti, entrando nel dettaglio se necessario.
  • Troviamo nuovi spunti per nuovi post, che le buone idee non si sa mai da dove possono arrivare e se scrivi tutti i giorni il rischio del foglio bianco è un attimo.

E chiudo con questa massima autoprodotta (ho fatto le prove, potete twittarla con la mention dell’autrice qui presente e l’hashtag #seoandlove, ci sta tutto!)
“I commenti sono come il letto di un fiume, se setacci bene puoi trovare le pepite d’oro”

Il video (come è andata veramente)

Ed è andata benissimo! Rivedendomi mi sono riconosciuta e mi sono piaciuta, considerando che era la quarta volta nella vita che parlavo in pubblico e mai l’avevo fatto in un teatro pieno ^_^

Il commento di mio figlio 5enne: “bello ma io preferisco vederti di persona!”

Le slide (per una volta che posso caricare una presentazione!)

Io quando carico una presentazione su SlideShare mi emoziono tanto tanto. Penso a quando un giorno i miei figli, o magari i miei nipoti, mi cercheranno in Rete per trovare un ricordo di me e troveranno anche queste cose 🙂

Nel link la fotogallery, frutto di miei “furti” tra Twitter e Facebook, non me ne vogliate.

Published inWeb marketing

5 Comments

  1. Te sei unica, speciale, incontenibile, preziosa e dalla vibrante simpatia, quella che resta e non va più via!
    Non vedo l’ora sia il beach&love per abbracciarti di nuovo 🙂

    • Anche io non vedo l’ora di riabbracciarti!

  2. Complimenti… sei sempre autentica. Bellissimo intervento e te la sei cavata benissimo. Sono felice tu abbia pubblicato questo post così ho potuto ascoltarti. Un abbraccio

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