Oggi sono iperproduttiva e allora scrivo.
Le notizie sul terremoto di oggi a Torino si sprecano. Le interviste ai rappresentanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia si moltiplicano.
Allora racconto la mia di notizia.
Il terremoto dell’80 a casa mia in Puglia si sentì, tanto tanto. Io ero piccola come bimbopatato e quindi non posso ricordare, ma mia madre mi racconta del terrore per le strade, della gente che fuggiva e dormiva in campagna, della mia borsina con il cambio vicina alla porta per fuggire in fretta. E poi mi racconta di me bambina che ridevo felice nel vedere tutta quella gente scambiandola per una festa.
Torniamo a oggi. Io ho il terrore dei terremoti, ne ho sentiti tanti, sempre lievi per fortuna, ma l’impotenza e il boato mi atterriscono.
E così oggi pomeriggio quando il mostro è arrivato ho avuto tanta paura. Non so come, ma mi sono ritrovata con bimbopatato sotto l’architrave, mentre mi sistemavo i capelli per fuggire via (dettaglio fru-fru nel dramma).
Mentre ancora la scossa era in corso ho pensato mille cose tra cui una particolare: mi sono sentita mamma, nel senso animalesco della parola. L’istinto mi ha fatto cercare mio figlio per portarlo in salvo senza che il mio cervello intervenisse minimamente.
E poi la reazione pacifica di bimbopatato mi ha fatto sentire come la mia mamma! Con un piccolo raggio di sole che, seppure svegliato bruscamente e con una mamma in preda al panico, mi sorrideva placidamente accogliendo con entusiasmo la visita che abbiamo fatto alla vicina di casa.
Come si suol dire: è proprio mio figlio!
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E’ scappata la lacrima… Bel post. Grazie!
Che bel commento! Grazie!
In puglia nell’80 c’ero anch’io ma come te ero troppo piccola. I terremoti mi paralizzano anche i pensieri e spero di non sentirne mai più in vita mia.
Un abbraccio solidale