Siamo al termine del secondo giorno di reclusione forzata causa maltempo e notevole prudenza dopo quanto accaduto a Genova.
Ma stare fermi obbliga a stare insieme e a dilatare i tempi.
E non è poi così male.
Ho usato questi due giorni per rispolverare le mie due ricette ultrasemplificate di pizza e torta al cioccolato, per inventarmi modi nuovi o antichi di intrattenere un unenne annoiato, per parlare con mio marito, per realizzare un piccolo/grande progetto per un cliente.
Rallenti e ti rendi conto che spesso siamo come i criceti che corrono nella ruota senza andare da nessuna parte e stancandoci moltissimo.
Io non voglio più essere un criceto, voglio rallentare, e voglio che le cose che faccio con mio figlio, con
mio marito, per me stessa, per il lavoro, siano fatte
bene, con il tempo che ci vuole, con tutto l’amore e la passione necessari.
Siamo in una fase di crisi di sistema, il mondo in cui i più che trentenni come me sono nati e cresciuti non sarà più lo stesso a breve e, secondo me, se non si cerca la qualità in tutte le sue forme, non ci si salva o semplicemente si finisce come i criceti e si muore sulla ruota senza aver fatto nulla per cui valga la pena vivere.
Parlo di massimi sistemi, ma qui di fianco ci sono una pizza e una torta. E le mie amiche femministe probabilmente staranno già storcendo il naso.
Non vi preoccupate, in queste foto c’è tutto quel che son capace di fare (e per la torta ci vuole mezzora in tutto essendo senza burro e uova), e ho potuto farlo solo perché nel frattempo mio marito si occupava dell’unenne annoiato.
Una delle tue amiche femministe vorrebbe la ricetta della torta.
Quanto alla storia dei criceti… Hai ragione, ogni tanto dovremmo rallentare e cercare di vedere la nostra cita dall’alto. Ci farebbe un gran bene…
ecco il link alla ricetta:
http://www.cookaround.com/yabbse1/showthread.php?t=68417&page=1
l’unica mia variazione è che ci metto molto meno zucchero (70//80 grammi)
Spesso, rallentare è molto più difficile che correre. Perché, il più delle volte, impone una riflessione profonda su se stessi e sulla propria vita. Mi meraviglio sempre di fronte alle persone che sembrano quasi aver paura del tempo libero. Corrono, corrono, corrono. Anche quando sono in ferie, devono “rimpinzare” il tempo come fosse un panino farcito. Correre, correre, correre. Magari a vuoto, l’importante è non fermarsi nemmeno un istante. Chissà perché? Forse perché se si rallentasse un po’, ci si potrebbe accorgere di essere vuoti, tristi e scontenti?! Grazie Michela per queste riflessioni. Condivido in pieno questo piccolo inno alla vita a dimensione umana. E complimenti per le doti culinarie! 😉
Ciao Valentina, ti ringrazio per le tue riflessioni.
A dire il vero anche io prima di conoscere mio marito, e ogni tanto tuttora, avevo il terrore del tempo libero e di trascorrerlo senza fare assolutamente nulla.
Adesso invece ne apprezzo il senso e mi rendo conto che mi aiuta ad aumentare la mia produttività. Una mente riposata lavora benissimo ed in molto meno tempo!
A volte mi piacerebbe osservarmi dall’esterno per capire come gli altri vedono il mio modo di vivere freneticamente. Un po’ mi è stato detto. La cosa che più mi infastidiva prima era che mi si dicesse ‘Mi metti ansia’. Adesso ho un po’ rallentato, si vive meglio, si sta meglio. Ma ironia del destino, adesso manca qualcosa che forse la frenesia della vita mi ha fatto perdere
Ciao Signora Farfalla e grazie per la tua riflessione, anche un po’ amara.
Purtroppo non so cosa tu abbia perso a causa della frenesia della vita, ma ti auguro di ritrovarla, se non uguale in nuove forme almeno.
Grazie,proprio oggi scrivevo di ‘felicità’…e di quanto sia strano che ci accorgiamo di essa solo dopo. Leggendo i tuoi post, buttandomi sul tuo blog, traspare quel senso di felicità e serenità, soprattutto, che io vorrei raggiungere. Quando parli della tua famiglia,in special modo, si avverte che ti dà tranquillità e sicurezza
Viviamo nell’incertezza economica più totale ma sì, siamo sereni lo stesso. Grazie cara.