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Sanremo, Twitter e mia nonna

Nonna Grazia è morta quasi 11 anni fa e mi manca tanto. Ha vissuto con noi fino alla mia adolescenza, aiutava i miei che non potevano essere sempre presenti in casa.
Nonna Grazia non ha conosciuto mio marito e nemmeno mio figlio. E questo è un piccolo, lacerante dolore che mi accompagna sempre.
Ogni anno in prossimità dell’anniversario della sua morte arriva Sanremo che me la ricorda tanto.
Lei andava pazza per Sanremo, lo seguivamo insieme e come una moderna fashion blogger (in fondo era una sarta di professione) passava il tempo a scandalizzarsi per le mise assurde dei protagonisti del festival. E poi, di tanto in tanto, partiva il momento amarcord. Nonna mi raccontava com’era Sanremo una volta, come i cantanti dovessero essere tutti vestiti con eleganza e non era possibile portare le camicie fuori dai pantaloni (orrore massimo per lei).
Ma il ricordo più bello, quello che mi faceva sognare ogni volta, era quello dell’arrivo del televisore, acquistato da nonno Liborio, una specie di geek degli anni che furono. Erano praticamente gli unici ad avere il televisore nel quartiere e nonna mi raccontava dei giorni di Sanremo con la casa invasa dalla gente che voleva vedere e commentare.
E io la ascoltavo e quasi lo sentivo quel vociare allegro, quel buzz diremmo oggi.
E qui entra in gioco Twitter.
L’altra sera mi sono sintonizzata su Sanremo e ho iniziato a seguire la TL su Twitter e ho letto tweet su tweet di fashion blogger, mamme blogger, giornalisti, comuni mortali… Divertenti, straripanti, petulanti… e mi sono unita al coro, un po’ rispondendo un po’dicendo la mia, ridendo fino alle lacrime con mio marito che nel frattempo seguiva gli aggiornamenti su FB. [ebbene sì io su Twitter, lui su Facebook, Sanremo in tivvù e lavoro di entrambi in sottofondo]
Ecco tutto quello che in molti oggi, con una un po’ fastidiosa puzza sotto il naso, definiscono “rumore”, per me è stato il ritorno a casa, alla casa di mia nonna, con mia mamma bambina e tutta quella gente che parla e che non ti fa sentire le canzoni, che poi quelle impareremo ad amarle oppure odiarle con calma alla radio.
Published inL'angolo delle riflessioni

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