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Cosa vuol dire fare politica?

L’ultima settimana è stata parecchio devastante, politicamente parlando. Beh, magari anche in altri sensi, anche se per me ha significato un grande sollievo poiché temevo un problema di salute un po’ più serio di quello che poi si è rivelato.
Devastante dicevo.
Io amo la politica e da ragazzina era abbonata a L’Espresso e Il Mondo anziché a Glamour e Donna Moderna. Ho poi atteso la laurea per poter fare politica attiva, durante il periodo degli studi non me la sono sentita visto che i miei mi mantenevano in una città carissima come Milano e per di più in una università privata. Ma una volta laureata e con una certa autonomia economica mi sono lanciata ed è stata un’esperienza fantastica, arricchente e illuminante, anche in negativo ovviamente.
Poi ho cambiato città e matrimonio, tre cambi di lavoro e la gravidanza mi hanno allontanata dalla politica attiva finché non ho cominciato ad avere a che fare con l’amministrazione locale per via di mio figlio.
E adesso, in questa fase di “noi” e “voi”, di gente che rivendica la militanza come un’arma contro chi non ha mai fatto politica attiva o ne ha fatta poca, di gente che misura l’impegno dell’altro nella quotidianità, io mi chiedo: cosa vuol dire fare politica?
No perché me lo ricordo il direttivo di sezione fino alle due di notte il martedì, quando su 10 persone solo in due avevamo la sveglia alle 6 per andare a lavorare, mentre gli altri erano tutti pensionati. Mi ricordo che quando ero candidata in circoscrizione fui cazziata per non aver preso 15 giorni di ferie per farmi la campagna elettorale (in realtà io ero il cartonato tappabuchi ggiovane e donna, la campagna dovevamo farla per altri). In verità gli altri candidati erano dipendenti pubblici, sindacalisti, studenti, mentre io ero tirocinante in uno studio di commercialisti quasi tutti di destra e per non perdere il posto dovevo anche stare attenta a non farmi sgamare per la candidatura.
Ecco, se fare politica vuol dire solo questo, no grazie ma da mo’.
Però secondo me fare politica vuol dire anche tante altre cose. L’hanno fatta i miei genitori con il loro lavoro, mentre un parente ultras di sinistra gli rimproverava il mancato impegno, e con la nostra educazione. Mia madre e mio padre hanno insegnato a me e a mio fratello la curiosità per il mondo, il desiderio di approfondire (me lo ricordo papà con l’enciclopedia in mano a cercare in nomi dei personaggi storici a cui erano di volta in volta intitolate le scuole che abbiamo frequentato), il rispetto per gli altri e la dignità sul lavoro. Mia madre e mio padre non si sono mai piegati alle logiche mafiose dei posti di lavoro, una nel pubblico l’altro nel privato, e ne hanno sempre pagato le conseguenze, a volte molto care, a testa alta.
Ecco loro hanno fatto parecchia politica attiva secondo me.
E io, e mio marito?
Beh, noi al contrario dei miei che hanno costruito le fondamenta, stiamo facendo la rivoluzione. Non quella dei randelli e delle marce, ma una rivoluzione piccola e duratura che apre ad un nuovo modo di concepire e vivere la famiglia, con una forte presenza per nostro figlio e la scelta di rinunciare a molto per stare di più insieme e lavorare con i nostri ritmi.
Anche questa è politica, no?

Published inL'angolo delle riflessioni

5 Comments

  1. Altroché se è politica! E molto attiva. E’ la politica che tutti dovremmo fare. Quella di tutti i giorni, quella vera, della vita.

  2. Michela, sai che il tuo post mi ha fatto piangere? Perché ho rimosso per tutto il weekend (con la scusa della festa di Valentina) il nodo alla gola che mi attanaglia da sabato…il senso di disgusto, la fatica di quest’anno che mi grava sulle spalle…Sì, anche quella dei tuoi genitori è politica, e anche i miei genitori con il loro qualunquismo mi hanno trasmesso dei valori. Ma, ahimé, non basta più. Qua ci stanno soffiando il futuro dei nostri figli sotto il naso. Ma dobbiamo cogliere questo ennesimo schifo come una buona notizia: si stanno davvero scavando la fossa. Amato premier, ma ci pigliano per il culo?? Se avevo voglia di mollare adesso più che mai resto al mio posto, a fare il mio piccolo pezzettino di politica attiva. A Brescia per le comunali stiamo facendo una campagna sbrindellata e faticosa. Non abbiamo sindacalisti e pensionati, non abbiamo staff retribuito e centianaia di volontari, siamo tutti genitori lavoratori ed è durissima….Ma poi al paesello dove vivo abbiamo fondato un MeetUp e i cittadini (da me disprezzati in quanto ignoranti e passivi) si iscrivono, scrivono, vanno alle riunioni, si dividono in gruppi di lavoro: ambiente, politiche sociali…e stanno fino alle 2 a discutere e immaginare il futuro. Questa gente fino a un anno fa stava chiusa in casa, quindi pur con tutte le pecche del mondo io sono grata al M5S per averci ridato la speranza….E se Grillo la smette di dire parolacce, e mantiene l’atteggiamento pacato di ieri, e accetta che a decidere siano i parlamentari e non Casaleggio…beh ci vorrà un pò, ma potremo farcela. Intanto siamo là dentro, e stiamo rendendo la vita molto difficile ai sostenitori della vecchia politica…Vedremo…Un abbraccio!! ciaooo Pat

  3. Michela, sai che il tuo post mi ha fatto piangere? Perché ho rimosso per tutto il weekend (con la scusa della festa di Valentina) il nodo alla gola che mi attanaglia da sabato…il senso di disgusto, la fatica di quest’anno che mi grava sulle spalle…Sì, anche quella dei tuoi genitori è politica, e anche i miei genitori con il loro qualunquismo mi hanno trasmesso dei valori. Ma, ahimé, non basta più. Qua ci stanno soffiando il futuro dei nostri figli sotto il naso. Ma dobbiamo cogliere questo ennesimo schifo come una buona notizia: si stanno davvero scavando la fossa. Amato premier, ma ci pigliano per il culo?? Se avevo voglia di mollare adesso più che mai resto al mio posto, a fare il mio piccolo pezzettino di politica attiva. A Brescia per le comunali stiamo facendo una campagna sbrindellata e faticosa. Non abbiamo sindacalisti e pensionati, non abbiamo staff retribuito e centianaia di volontari, siamo tutti genitori lavoratori ed è durissima….Ma poi al paesello dove vivo abbiamo fondato un MeetUp e i cittadini (da me disprezzati in quanto ignoranti e passivi) si iscrivono, scrivono, vanno alle riunioni, si dividono in gruppi di lavoro: ambiente, politiche sociali…e stanno fino alle 2 a discutere e immaginare il futuro. Questa gente fino a un anno fa stava chiusa in casa, quindi pur con tutte le pecche del mondo io sono grata al M5S per averci ridato la speranza….E se Grillo la smette di dire parolacce, e mantiene l’atteggiamento pacato di ieri, e accetta che a decidere siano i parlamentari e non Casaleggio…beh ci vorrà un pò, ma potremo farcela. Intanto siamo là dentro, e stiamo rendendo la vita molto difficile ai sostenitori della vecchia politica…Vedremo…Un abbraccio, ci vediamo a Milano il 25 maggio, giusto??? ciaooo

  4. La vita è politica. Una persona che non si occupa di politica è innocua magari, ma inutile. Mai fatta vera militanza politica: non penso di esserci tagliata, ma faccio politica con la mia vita e le mie scelte di tutti giorni! Pure il detersivo che decidi di usare (o non usare!)! A casa mia s’è sempre parlato di politica da quando ho memoria. Con mio marito è lo stesso.
    Peccato per il fegato che mi sta spappolando… già il mio funziona male…

  5. Al liceo ho fatto un po’ di militanza politica e ora che ho smesso ne sento la mancanza ma, anche nel mio piccolo, ho visto troppe cose che mi fanno rabbrividire. In realtà la lotta politica si fa ogni giorno con l’impegno costante a fare il proprio dovere, a vivere dignitosamente e a rispettare le regole e l’altro oltre che se stessi. Creare per la propria famiglia un ambiente dove si respiri eticità pone le basi per il futuro… e questa è politica!
    Bel post, mi ha ricordato dove voglio andare 🙂

    Emporos – Il Blog di Greta Rauleac

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