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Il nostro stile di accudimento

Me li ricordo i millemila consigli ricevuti prima e subito dopo il parto. Da amici, parenti, puericultrici dell’ospedale.
Consigli tutti diversi che sembravano delle verità assolute.
Ricordo che mio figlio non cresceva di un grammo ma si attaccava bene al seno e l’infermiera pediatrica che visita i neogenitori a casa mi tolse l’integrazione dell’ospedale con la frase “tu hai il latte che serve a tuo figlio!”.
Mio figlio è stato poi allevato col latte in polvere, ma questa è un’altra storia…
Dicevo millemila consigli sul latte, sul letto, sulla fascia il marsupio il passeggino, sulle coliche e tante altre cose che forse ho rimosso.
Ma abbiamo dato loro una settimana prima di eliminarli tutti! Poi io e papàsportivo siamo andati dalla pediatra che noi avevamo scelto e lei ci ha detto una cosa importante “concentratevi su di voi, sulla mamma in particolar modo; se state bene voi, starà bene anche lui”.
Quel consiglio ci ha risolto la vita! Il pupo dopo una settimana di cosleeping è stato messo nella culla, salvo il riposino pomeridiano da cui l’immagine sopra. Dalle braccia di mamma e papà è passato alla sdraietta, perché una madre con l’ernia al disco può anche odiare un figlio che vuole stare sempre in braccio, dalla tetta improduttiva siamo passati al biberon.
Pochi passaggi per essere felici!
Perché a me sta bene tutto, ma prima di tutto io e mio marito desideriamo la serenità e se questo significa usare latte in polvere e passeggino per riuscire a sorridere a nostro figlio ci va benissimo.
L’altra decisione importante è stata quella di dare ascolto quasi esclusivamente alla pediatra prendendo con le pinze tutti gli altri input che a volte sono buoni, a volte sbagliatissimi, spesso semplicemente inadatti alla nostra situazione.
Ultimo mattoncino fondamentale è il papà fifty-fifty. Ecco secondo me senza un partner completamente autonomo nella gestione del piccolo sarebbe quasi impossibile vivere tutto con serenità.

Questo post partecipa al blogstorming

Published inL'angolo delle riflessioni

4 Comments

  1. Sììììì anche noi ci siamo affidati al pediatra che ci ha risolto un’infezione urinaria senza fare visite invasive che all’ospedale erano d’obbligo. Credo che il pediatra sia la seconda persona , dopo i genitori, a conoscere i bimbi. Non ho mai seguito le terapie degli altri, parenti, amici ecc.

  2. Sììììì anche noi ci siamo affidati al pediatra che ci ha risolto un’infezione urinaria senza fare visite invasive che all’ospedale erano d’obbligo. Credo che il pediatra sia la seconda persona , dopo i genitori, a conoscere i bimbi. Non ho mai seguito le terapie degli altri, parenti, amici ecc.

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