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Il gioco del rispetto (home edition): ci divertiremo!

Può una bambina esplorare, arrampicarsi, far correre una macchinina senza sentirsi “sbagliata” per questo? Può un bambino curare un bambolotto o piangere senza essere guardato con sospetto? Noi crediamo di sì. Perché il rispetto tra gli adulti parte dal rispetto dei desideri di realizzazione di bambini e bambine.

“Michela se ti inviamo Il gioco del rispetto, home edition, ci dici cosa ne pensi?”

Me l’ha scritto bello diretto una persona che collabora con chi ha creato il gioco, per la scuola prima e per casa poi.

Se non siete stati su Marte negli ultimi anni, avrete sentito certamente parlare di questo gioco, purtroppo spesso a causa delle tristi strumentalizzazioni di certa politica che va nella direzione opposta rispetto a quella dove dovrebbe andare il mondo.

Il gioco del rispetto: tre giochi in uno

E allora abbandonando ogni strumentalizzazione e polemica, ecco cosa ho trovato in questa scatola quadrata e compatta:

  • le istruzioni, da cui ho estratto la citazione iniziale;
  • un puzzle;
  • i riquadri con la storia di Red e Blue, mamma e papà leggono e i bimbi di fronte guardano le immagini;
  • il memo dei mestieri, bisogna accoppiare lo stesso mestiere (svolto sia da una donna che da un uomo);
  • il puzzle double face che compone un o una astronauta, che ovviamente abbiamo già ribattezzato AstroLuca e AstroSamantha (perché la realtà, il mondo, va più veloce di tutto!).

E che vi devo dire di questo gioco, che poi sono tre?

Che è totalmente in linea con quello che io e mio marito ci siamo promessi quella mattina di gennaio di quasi 7 anni fa, io con lo stick del test di gravidanza in mano e lui sconvolto prima dal mio urlo di gioia e poi dalla splendida notizia: sarà quello che vuole essere, sarà felice qualsiasi cosa scelga di fare.

Da allora i figli sono diventati due, due maschi e, soprattutto grazie al loro papà, a loro volta sognano di diventare padri e si esercitano con i pupazzi con cui dormono la notte (sì perché i miei figli dormono con 5 pupazzi a testa!).

E poi cosa vogliono fare da grandi? Per ora siamo passati dall’astronauta all’educatore di asilo nido, dal camionista al travel blogger (io ho tradotto così la richiesta “mamma posso fare un lavoro che mi faccia girare il mondo?”), ma non escludiamo la professione di spazzino (“perché mamma a me piace fare i lavoretti con il materiale di recupero!”).

Di sicuro ci giocheremo con una delle loro amiche del cuore, una meravigliosa bambina di 7 anni che sogna di diventare pilota di Formula 1. Perché il mondo corre veloce e la realtà supera i giochi 🙂

Published inL'angolo delle riflessioniStartup

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