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Aprire Partita IVA: Come fare in maniera semplice

Libero professionista, freelance, artigiano, commerciante… a qualsiasi categoria tu appartenga, a determinate condizioni, dovrai aprire la partita IVA per svolgere l’attività che hai scelto.

Come capire quando sarai obbligato e quale procedura seguire? Anche se ti rivolgi ad un professionista per le pratiche burocratiche e la consulenza necessaria (scelta consigliata per evitare di incorrere in errori), è utile sapere perché si segue una strada anziché l’altra ed avere una conoscenza delle regole fondamentali, per compiere i primi passi in modo consapevole.

Quando è necessario aprire la partita IVA?

La prima cosa da sapere è quando il lavoro che abbiamo deciso di intraprendere ci obbliga ad aprire la partita IVA individuale (che, a sua volta, si distingue in partita IVA per liberi professionisti e partita IVA per ditta individuale, cioè artigiani e commercianti), indispensabile per avviare un’attività svolta in forma autonoma. In particolare, si è obbligati ad aprire la partita IVA quando la nostra attività:

  • non è occasionale ma abituale, cioè si tratta di attività economica svolta con continuità, stabilità e sistematicità. In breve, si parla di attività o lavoro occasionale quando la prestazione ha una durata non superiore ai 30 giorni l’anno e viene svolta una tantum, ovvero massimo una volta con ciascun committente. Ad esempio, se si svolge un lavoro come web master solo per qualche giorno a settimana, ma con regolarità, cioè tutte le settimane, oppure si lavora come giornalista e si ha una collaborazione stabile con una testata giornalistica, si è obbligati ad aprire la partita IVA individuale;
  • rientra tra arti e professioni per le quali esiste un ordine o un albo specifico. In questo caso l’attività non può essere svolta senza le dovute iscrizioni e, a parte qualche eccezione, senza l’apertura di una partita IVA individuale. Ad esempio, per svolgere la professione di avvocato, è necessario essere iscritti all’Albo degli Avvocati e, dunque, operare con partita IVA; mentre, riprendendo l’esempio del giornalista, nonostante l’obbligo di iscrizione al relativo albo professionale, l’apertura di partita IVA è necessaria solo, come detto, in caso di collaborazione stabile con una testata giornalistica, altrimenti si può operare come freelance, cioè con collaborazioni occasionali, senza partita IVA ma con cessione di diritto di autore;

Attenzione! Contrariamente a quanto spesso si senta affermare, la legge non impone alcun limite reddituale per l’apertura della partita IVA, dunque non importa quanto si ricava dal lavoro autonomo svolto: ciò che rileva è la natura non occasionale della prestazione, a prescindere dai guadagni conseguiti. Il famoso limite dei 5.000 euro agisce invece in relazione all’iscrizione alla gestione INPS.

Perché è necessario aprire la partita IVA?

Altrettanto importante è sapere cos’è la partita IVA individuale e perché bisogna aprirne una.

La partita IVA individuale è un codice numerico, composto da 11 cifre, che identifica in maniera univoca un soggetto che svolge una determinata attività rilevante ai fini IVA. È una sorta di codice fiscale, ma riferito all’attività, sia essa commerciale, artigianale o intellettuale.

Dunque, aprire la partita IVA è necessario perché se si percepiscono redditi dalla propria attività svolta in maniera autonoma si è soggetti fiscalmente rilevanti, e cioè:

  • per il lavoro svolto è necessario emettere le fatture, che attestano i ricavi dell’attività;
  • sulle fatture emesse verrà calcolata l’IVA che riscuoteremo a titolo di sostituto d’imposta, cioè in sostituzione dello Stato (a meno che si opti per il regime forfettario);
  • l’IVA riscossa come sostituto d’imposta deve essere restituita allo Stato mediante i versamenti periodici obbligatori.

Libero professionista o ditta individuale: come scegliere?

Nella categoria dei lavoratori autonomi rientrano i liberi professionisti e gli imprenditori (artigiani e commercianti).

Contrariamente a quanto si pensi, la distinzione tra le due categorie è molto semplice, perché è la stessa attività lavorativa a dettarne la differenza:

  • è definito libero professionista chiunque svolga, dietro il pagamento di un compenso, un’attività prevalentemente di tipo intellettuale, senza alcun vincolo organizzativo o di subordinazione rispetto al committente;
  • si parla di imprenditore quando si esercita un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi svolta in modo professionale, cioè in modo abituale e prevalente. L’attività di impresa esercitata da una persona fisica si definisce come ditta individuale, che può essere di tipo artigianale o commerciale.

Questa prima distinzione è fondamentale per capire quali passi compiere per aprire la partita IVA, ma non solo: importanti differenze si riscontrano anche in ambito previdenziale e contributivo. Vediamone i dettagli.

Apertura partita IVA libero professionista: gli adempimenti

Aprire la partita IVA come libero professionista è abbastanza semplice: dal momento in cui si comincia l’attività lavorativa autonoma si hanno 30 giorni di tempo per fare una dichiarazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate, mediante un apposito modulo che è possibile scaricare direttamente dal sito dell’Ente. Il modulo AA9/12, completo di documento di riconoscimento, va consegnato all’Agenzia delle Entrate:

  • personalmente, recandosi presso gli Uffici dell’Ente;
  • mediante raccomandata A/R;
  • in modalità telematica, utilizzando il software scaricabile dal sito dell’Istituto e muniti di PEC e firma digitale.

Nel modulo vanno indicati il Codice ATECO riferito all’attività svolta e il regime fiscale scelto dal contribuente (ordinario o forfettario).

I costi da sostenere per l’apertura della partita IVA sono di modesta entità, legati soprattutto all’eventuale consulenza di un intermediario, che però si rivela preziosa per evitare possibili errori.

Ai fini contributivi, il libero professionista è tenuto all’iscrizione presso la cassa professionale di competenza, qualora ne esista una, oppure alla Gestione Separata INPS, e sostenere i relativi costi di iscrizione, che variano da albo ad albo.

Apertura partita IVA ditta individuale: gli adempimenti

Per le ditte individuali invece, l’apertura della Partita IVA avviene esclusivamente in modalità telematica, con una procedura che permette in un solo passaggio di adempiere a tutte le formalità previste. Infatti, tramite la presentazione della Comunicazione Unica d’Impresa (ComUnica), contemporaneamente si ottiene:

  • l’iscrizione al Registro delle Imprese (all’Albo degli Artigiani se si esercitano attività artigianali, alla Camera di Commercio in caso di attività commerciali);
  • l’apertura della partita IVA individuale, con l’indicazione di Codice ATECO e del regime fiscale scelto;
  • la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) allo sportello SUAP del Comune di riferimento, qualora sia necessaria per iniziare l’attività;
  • l’iscrizione, ai fini contributivi, alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS;
  • l’apertura della posizione INAIL.

Per poter effettuare la procedura telematica è necessario accedere al servizio Telemaco – Consultazione e Invio Pratiche della Comunicazione Unica, fornito gratuitamente dal portale registroimprese.it, e munirsi di:

  • firma digitale;
  • indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

I costi da sostenere per l’iscrizione alla Camera di Commercio (per le attività commerciali) o all’Albo degli Artigiani (per gli artigiani) sono:

  • 18 euro per Diritti di Segreteria;
  • 17,50 euro per Imposta di Bollo;
  • 44 euro per Diritto camerale annuale (che si versa ogni anno);
  • costi variabili, in base all’operatore scelto, per i servizi PEC e Firma Digitale.

A questi costi va poi aggiunta l’eventuale consulenza di un intermediario, prezioso aiuto per sbrigare l’iter burocratico ed effettuare le scelte migliori per la nostra attività.

Ulteriori adempimenti in sede di apertura partita IVA

Libero professionista o ditta individuale che tu sia, affidarsi ad un consulente è importante soprattutto perché nel momento di apertura della partita IVA sarai chiamato ad indicare:

  • il codice ATECO, selezionando una voce tra quelle presenti nella lista vigente al momento della presentazione del modello, che si riferisce all’attività svolta: questa scelta non è sempre scontata, specie quando si svolgono diverse attività, nel qual caso va indicato il codice dell’attività prevalente, con riferimento al volume d’affari reale o presunto;
  • il regime contabile ordinario o forfettario, altra scelta molto importante e che merita attenta valutazione: l’adesione al regime forfettario, qualora ne sussistano i requisiti, dà accesso a parecchie agevolazioni (franchigia IVA, contabilità semplificata, esonero dalla fatturazione elettronica, ecc.) che varrebbe la pena di sfruttare a proprio vantaggio;
  • se si intende aprire un’attività di commercio elettronico (e-commerce).

Differenze contributive tra professionisti e ditte individuali

A proposito di costi, i contributi previdenziali vengono calcolati in maniera differente a seconda dell’inquadramento come professionista o come ditta individuale, cioè:

  • i contributi per i professionisti sono calcolati seguendo le regole e le aliquote previste dall’albo di riferimento, se esistente. In caso contrario, gli iscritti alla Gestione Separata INPS sono tenuti a versare i contributi sul reddito imponibile in base all’aliquota fissata dall’Ente anno per anno (per il 2021 è del 25,98%) e non è previsto il pagamento di contributi fissi.
  • i contributi previdenziali per le ditte individuali, cioè gli iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti, comprendono sempre una quota fissa (cosiddetti contributi minimi), che prescinde dai ricavi conseguiti, ed una parte variabile calcolata sulla parte eccedente il reddito minimo fissato dall’INPS.

Perché è importante affidarsi ad un consulente esperto?

Affidarsi a consulenti esperti è la scelta consigliata quando si decide di mettersi in proprio, per cominciare la nuova attività lavorativa con il piede giusto: un esperto del settore, oltre a fornire l’assistenza nello svolgimento delle pratiche burocratiche, è essenziale per operare scelte consapevoli ed adeguate alle necessità di ogni tipo di attività.

Fiscozen è il consulente adatto alle tue esigenze che, con una spesa contenuta, ti offre:

  • assistenza per l’apertura della Partita IVA, individuazione del codice ATECO e consulenza per la scelta del regime fiscale;
  • elaborazione ed invio telematico della Comunicazione Unica;
  • presentazione della SCIA;
  • pagamento di diritti camerali, di segreteria e delle imposte;
  • supporto per l’avviamento di attività di e-commerce.

Se decidi di passare a Fiscozen, puoi farlo QUI

Published inEconomia & fisco

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