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Un pezzetto di scuola pubblica lo stiamo distruggendo noi

Mi chiamo Michela, sono una libera professionista e sto costruendo la mia credibilità con passione e fatica. Ma ad un certo punto qualcuno che non ha mai fatto il mio lavoro, ma crede che basti una buona cultura generale e un pizzico di creatività per farlo, inizia ad insinuare nella testa dei miei clienti che non sono professionale, che sono lenta, che le cose andrebbero fatte diversamente.
Che faccio? Mah, se il cliente ha sufficiente fiducia in me recupero, sempre cercando di non screditare chi lo sta facendo con me (non è elegante e non paga). Altrimenti lavorerò con lo scazzo, al minimo sindacale, fino a fine contratto e poi cercherò fortuna altrove, sempre sperando di non ritrovarmi quel qualcuno di nuovo fra i piedi. Se così fosse mi arrenderò e il mio lavoro non sarà più la mia passione ma l’unico modo che ho per mangiare.
Ecco adesso dall’esempio tolgo me stessa e ci metto un insegnante, tolgo l’intruso e ci metto un genitore, tolgo il cliente e ci metto un bambino.
Lo percepivo quando ero semplicemente una figlia di insegnate, ne ho la certezza da quando sono mamma: c’è un nutrito gruppo di genitori che si impegna attivamente nella distruzione di quel poco di buono che è ancora dentro la scuola pubblica.
Parlo di quegli insegnanti ancora appassionati, che nonostante tutto ci provano a mantenere alto il livello del servizio, che però si ritrovano costantemente sotto l’esame attento del/della super esperto/a in didattica e pedagogia di turno che parte con il sussidiario parallelo da far fare al pomeriggio al proprio bimbo (che avrà l’esaurimento nervoso a 10 anni, come non bastassero quelli che si rischiano in età adulta), con il download dei programmi ministeriali per controllare quotidianamente che vengano seguiti dalla classe, con il calciomercato per la maestra e la scuola più figa ecc.ecc.ecc.
Io ne conosco tanti di genitori così e non riesco a non solidarizzare con i malcapitati insegnanti e bambini e poi mi ricordo di mia madre quando io e mio fratello eravamo alle elementari.
Le nostre maestre erano sue colleghe in fondo e il loro lavoro era il suo, quello per cui aveva studiato, quello che amava e ama. Deve essere stato difficilissimo per lei vederci affrontare i programmi con altri metodi, altri stili e tacere sempre. Non ho mai sentito mia madre giudicare in alcun modo l’operato dei nostri insegnanti, ma sono sicura che qualche volta si è dovuta mordere le labbra. Ogni volta che provavo a chiederle di rispiegarmi un argomento che non mi era chiaro ricevevo sempre la stessa risposta: “chiudi il quaderno, non fare il compito e domani vai dalla maestra e le dici che non hai capito, che deve rispiegartelo, tranquilla è il suo lavoro”.
Ecco: è il loro lavoro.
Chissà per quanto…
Published inL'angolo delle riflessioni

7 Comments

  1. Anche mia mamma è una maestra in pensione ed era collega/amica della mia maestra (che non c’è più). E anch’io on l’ho mai sentita una volta criticare o obiettare a quanto mi veniva insegnato. Anzi, se osavo lamentarmi, le prendevo!
    Altri tempi, in cui ciascuno aveva il proprio ruolo e si aveva fiducia nel lavoro degli altri.
    Butto lì una provocazione: ma non saranno anche questi Social Network che ci fanno diventare tuttologi?

  2. E possibile Alberto…
    L’altra provocazione la lancio io: non è che non essendo capaci di fare i genitori ci mettiamo a scimmiottare i ruoli degli altri?

  3. È molto più facile stare all’opposizione che al Governo 🙂
    Trovare un “colpevole” alle proprie mancanze è sport molto diffuso, non solo a scuola. Ho tanti colleghi che continuano a fare così… e alcuni lo fanno molto bene. Io preferisco essere sincero con me stesso, anzi, mi viene pure rimproverato di essere troppo onesto 🙂

  4. Anche io conosco alcuni genitori così…
    Gli unici ragionamenti sono sulla puntualità del programma e i voti che rovinano la media. Qualcuno si è lamentato dei pochi compiti dati… “arriveranno alle medie impreparati alla mole di lavoro!” (II elem.)
    Sarà, ma mia figlia non ha bisogno dell’imposizione della maestra per aprire un libro e leggerselo … e io sono contenta così!

  5. mammaatorino mammaatorino

    Non posso intervenire. Omeglio, se lo faccio, sono di parte. Sono per i precari mai assunti. Sono per quelli che lavorano come schiavi per un salario infimo che fa vergognare l’unione Europea per noi. Sono per quelli che si fanno un mazzo così per dare il massimo senza sentire mai un grazie, ma solo grandi rimproveri perchè qualsiasi cosa vanga fatta, scontenterà comunque sempre qualcuno. Sono per chi cerca di illustrare ai genitori più resistenti e duri di coccio che il nostro lavoro a volte è minato da decisioni che neppure possiamo prendere noi.
    Amo il mio lavoro, a volte vorrei solo che qualche presuntuosissimo padre o qualche ignorantissima madre iperprotettiva tacesse. Di fronte a ciò che non si sa, meglio stare zitti. E averne genitori che condividono il nostro progetto, già che siamo insegnanti e a nostra volta genitori. 🙁

  6. Concordo con ogni cosa, oggi sono tutti insegnanti, ma anche infermier, pedagogiste, psicologhe.
    E azzardo, non è vero che le mamme sannp sempre ciò che è meglio per i loro figli…
    Meglio, quasi sempre, lasciare il passo a chi ne sa più di noi, sull’insegnamento, la salute, la puericultura e quant’altro..
    E poi concordo con alberto, su tutto

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