Racconta la mia mamma che né io né mio fratello abbiamo mai voluto il ciuccio. In particolare io mi ciucciavo il pollice e sembravo un cartone animato.
I miei figli no, sia il grande che il piccolo, anche se molto meno, hanno amato o amano quell’oggetto che li fa rilassare. Il top per entrambi è sempre stato il combinato disposto di ciuccio e mamma e/o papà che gli tengono la manina, è in quel momento che tirano un sospirone e sai che sono rilassati.
E vogliamo parlare del passaggio cruciale in cui, nella notte, perdono il ciuccio ma riescono finalmente a recuperarlo da soli? Tanta nanna in più per tutti, che ce n’è bisogno.
Il ciuccio però può diventare velocemente il ricettacolo di mille schifezze, può cadere tante, troppe volte, soprattutto nella fantastica fase che stiamo attraversando adesso con Bino: la fase del “io tiro tutto quello che mi capita e tu mamma/papà/fratello da riporto me lo restituisci”.
La mia esperienza con la sterilizzazione si è da sempre limitata alla bollitura in acqua di ciucci e tettarelle. Non possiedo un forno a microonde e non possedevo alcun altro prodotto sterilizzante.
Poi mi hanno invitato a provare Duccio, quella specie di astronave portatile che si vede nell’immagine. Grande poco più di una pallina da tennis, risolve i miei problemi di sterilizzazione outdoor, e io e i miei bimbi ne trascorriamo di tempo fuori casa!
Una palletta che funziona a pile oppure tramite il cavo elettrico e in 3 minuti sterilizza il ciuccio (la velocità è un must se sei fuori casa, hai soltanto quel ciuccio e un pupo in crisi perché gli è caduto e vuole riaverlo). Sembra un’astronave perché sterilizza grazie ai raggi UV, eliminando germi, virus e batteri. E quando finisce parte la musichetta per avvisare che il ciuccio è pronto all’uso.
Insomma io l’ho infilato nella borsa del cambio e via!
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