Terza e ultima puntata della serie di post dedicati a “IoStudio Postepay“, iniziativa inserita nell’ambito delle politiche di educazione finanziaria e di promozione della moneta elettronica attivate dal MIUR.
Ho parlato di educazione finanziaria e di rientro a scuola e pianificazione delle attività nel corso dell’anno scolastico.
Questa volta voglio soffermarmi sul momento dell’acquisto vero e proprio, il momento i cui i ragazzi scelgono cosa comprare e in che modo pagare.
Acquisti offline
Se parliamo di moneta elettronica e la associamo agli acquisti “offline”,ci scontriamo con un problema culturale nel nostro Paese. I ragazzi possono diventare la chiave per fare il salto di cui c’è bisogno per stimolare l’utilizzo dei pagamenti elettronici, contribuendo indirettamente anche alla lotta all’evasione. Da più di un anno il POS è obbligatorio per tutti gli esercizi commerciali e le attività professionali, ma quest’estate in vacanza mi è capitato più volte di sentirmi dire “No, accettiamo soltanto contanti, non abbiamo il POS”.
Ma se i ragazzi possono utilizzare un carta per i loro acquisti e i punti vendita devono accettarla per aderire alle iniziative legate a suddetta carta, avremo un doppio risultato educativo: i ragazzi che hanno nella carta “IoStudio Postepay” il proprio borsellino per gli acquisti, saranno degli adulti capaci di chiedere con forza la possibilità di utilizzare la moneta elettronica, non fermandosi davanti ad un no. Gli esercenti coinvolti nel progetto diventeranno attori principali della promozione dell’uso della moneta elettronica, condizionando in qualche modo i colleghi ancora restii.
Per diffondere l’uso dei pagamenti elettronici bisogna essere abituati a usare questo metodo di pagamento in più contesti diversi fra loro, informandosi sull’accettazione o meno della tesserina prima ancora di entrare nell’esercizio commerciale, operando una scelta che diviene anche cambiamento culturale.
Acquisti online
Mentre per gli acquisti offline potrebbero essere i ragazzi ad “educare” gli adulti ad un nuovo approccio ai pagamenti, con gli acquisti online si dà loro la possibilità di gestire un’esperienza di acquisto innovativa, che apre a nuove opportunità di confronto dei prezzi e di scelta della migliore soluzione possibile, tornando al tema dell’educazione finanziaria a me molto caro. Acquistare online può voler dire risparmiare anche molti soldi su determinati prodotti e servizi, grazie ai confronti, al mercato dell’usato rigenerato e ai sistemi di feedback che garantiscono un quantitativo notevole di informazioni sui prodotti prima di procedere con l’esborso. Si tratta di un nuovo modo di approcciarsi alla spesa e al risparmio che vedono genitori e figli affiancati nell’apprendimento e nella scoperta delle opportunità offerte dall’e-commerce. Non dimentichiamo che quasi sempre il pagamento in contanti alla consegna comporta un esborso in più che va a coprire le spese di incasso del venditore.
Comprare online e offline con carta è insomma un’esperienza con notevoli risvolti educativi per i nostri figli, ma anche per mamma e papà.
Il progetto IoStudio
Qui scrivo con in testa tutti i miei cappelli: da mamma, da laureata in economia, da blogger, da formatrice, da studentessa di un corso di preparazione all’esame di stato per diventare commercialista.
Il progetto “IoStudio” di MIUR e Poste Italiane è una di quelle cose per cui mi dispiace non aver avuto prima i miei bambini, sono troppo piccoli per accedere a questo programma. Mio figlio di 5 anni però, tempo fa mi ha chiesto se al posto di 50 cent ogni tanto non posso invece dargli quella tesserina con cui faccio la spesa, oppure compro cose col computer, oppure prendo i soldini dal bancomat. È piccolo ma sa che in quella tesserina ci sono soldi veri che servono per fare acquisti veri.
Aver avuto la possibilità di partecipare a questa campagna informativa ha aggiunto un tassello alle mie personalissime riflessioni sull’educazione finanziaria dei più piccoli. La carta, abbinata a sconti e servizi dedicati, può diventare uno strumento educativo potentissimo se genitori e insegnanti lo vogliono davvero.
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